Arrampicato a 660 metri d’altezza sul monte Genna de Crobu, tra spettacolari tacchi calcarei a ovest e le pendici del Gennargentu a est, la sua immensa ricchezza risiede nel patrimonio naturale. Belvì, centro agropastorale di 600 abitanti, è circondato da sterminati e fiabeschi: boschi di agrifogli, castagni, ciliegi, lecci, noccioli e roveri, e nelle aree rocciose, ginepri e ulivi. Nell’immaginario popolare, esseri fantastici abitano queste foreste: il Maschinganna, che spaventa chi vi si avventura, e le janas, che di giorno tessono nelle loro domus scavate nella roccia (in realtà sepolture prenuragiche) e di notte vagano per le selve. Nel verde rigoglioso spiccano l’oasi Su de Maccioni, la punta Tonnai, la pineta di Pitz’e Pranu (con parco avventura) e la foresta di Uatzo (con aree pic-nic), attraversata dal tratto settentrionale del Trenino Verde.