Rivestì una funzione templare confermata dal ritrovamento, dentro il suo vano centrale, di un altare decorato a forma di nuraghe, la cui riproduzione si trova in museo archeologico dedicato al sito. Il complesso nuragico su Mulinu sorge su un piccolo rilievo che domina la valle del rio Mannu, a meno di un chilometro da Villanovafranca, centro della Marmilla orientale. Il nuraghe complesso è sovrapposizione di varie tipologie costruttive, da quella ‘a corridoio’ alla copertura a tholos (falsa cupola). Il primo impianto, costituito da blocchi di marna, risale al XVI-XV secolo a.C. (Bronzo medio I), contestualmente attorno nacque un villaggio. In questa fase fu costruito un bastione con antemurale, dove noterai corridoi e celle. Nel XIV sec. a.C. furono sovrapposti una fortificazione trilobata e un antemurale composto da quattro torri unite da cortine murarie. Nel piano inferiore sorsero cellette e anditi, in quello superiore alcuni vani (oggetto di scavi). Nella terza fase l’antemurale fu rafforzato con una quinta torre. Un suo vano con volta a tholos ha restituito, nella strato superiore, reperti tardo-punici, romano-repubblicani e del Bronzo finale-prima età del Ferro, in quello inferiore reperti del Bronzo recente. Un altro vano simile ha restituito materiali altomedievali. Al di sotto dei livelli ‘storici’, è stato rinvenuto un pavimento in lastre che presenta un focolare: qui sono venuti alla luce frammenti compresi tra Bronzo finale ed età del Ferro.
Su Mulinu fu luogo di culto dal XIV secolo a.C., come testimoniano due focolari rituali nel vano centrale della fortezza. I riti, forse sospesi per qualche secolo, ripresero tra fine XI e IX a.C., periodo a cui risalgono bancone-sedile e scoperta più straordinaria del complesso: un altare-nuraghe in arenaria della prima età del Ferro (VIII secolo a.C.): sulla sommità ha una conca per la raccolta dei liquidi, collegata da un canale a una vasca, dove li riversava. Il monumento, usato per sacrifici e offerte votive, era decorato da quattro else di spade (tre integre) che sostenevano lame in bronzo. Altri oggetti bronzei con figure antropomorfe e animalesche lo decoravano superiormente, forse erano legati al mito della luna crescente alla base del misterioso culto nuragico, che riprese in età romana, specie tra 50 a.C. e 150 d.C. I materiali rinvenuti negli scavi (tuttora in corso) sono esposti nel civico museo archeologico su Mulinu, allestito nell’ottocentesco ex monte granatico di Villanovafranca, insieme a reperti ceramici, metallici, vitrei e litici del territorio circostante, che vanno dal IV millennio a.C. al III sec. d.C. L’esposizione mostra lo sviluppo della complessa architettura nuragica nell’arco di un millennio (XVI-VI secolo a.C.) e una ricostruzione scenografica dell’altare nuragico.