Al tempo stesso è piccola ed elegante, tanto da essersi guadagnata il soprannome di ‘bomboniera’, ma, soprattutto, è considerata il più compiuto esempio di architettura rococò in Sardegna. La chiesa del Carmine di Oristano sorge nel cuore del centro storico della città protagonista dell’età giudicale. Assieme all’adiacente ex monastero fa parte di un complesso che per quasi un secolo – dal 1782 al 1866 – fu gestito dall’ordine dei frati carmelitani, prima della confisca a opera del regno sabaudo. Il progetto della chiesa è attribuito all’architetto regio piemontese Giuseppe Viana, finanziato dal marchese d’Arcais.

La facciata, costruita in pietra arenaria del Sinis, è scandita da lesene sormontate da capitelli ionici. Sopra il portale noterai una lapide di marmo e lo stemma della nobile famiglia committente. Nella parte alta compare una grande finestra reniforme, sopra cui si dispongono, in successione verso l’alto, il timpano, un pilastro barocco e una croce. In posizione arretrata rispetto alla facciata osserverai la torre campanaria e la cupola, decorata con coppi di maiolica multicolori.