Rivaleggia con il cimitero di Bonaria a Cagliari per atmosfera e cupo fascino delle opere funerarie, tanto da essere anch’esso definito ‘museo a cielo aperto’. Entrambi, inoltre, vantano capolavori realizzati dallo scultore soprannominato ‘Il Michelangelo dei morti’. Il cimitero monumentale di Iglesias si estende a ridosso della chiesa di Nostra Signora di Valverde, fuori dalle mura cittadine. Fu inaugurato nel 1835 e ampliato a più riprese già a partire dalla seconda metà del XIX secolo, dato il progressivo aumento della popolazione. L’ampio corpo centrale è caratterizzato dalla presenza di viali con file di cipressi ed essenze mediterranee ai lati, che creano ‘isole’ quadrangolari e aree dedicate. Una di queste è delimitata dal sentiero forse più conosciuto e di maggiore suggestione, il ‘viale dei bambini’.
Osserverai statue e decorazioni negli stili liberty ed eclettico, visibile anche nelle cancellate, nelle urne e nelle fioreggiature, tra le quali noterai particolari simbolismi. L’opera più famosa è il monumento sepolcrale della piccola Zaira Deplano Pinna, noto soprattutto con il nome di ‘Bambina col cerchio’. Figlia di un notaio molto noto in città, la bambina fu colpita da una meningite fulminante, che pose fine alla sua vita alla tenera età di sei anni. La statua la ritrae a grandezza naturale, seduta su un troncone di colonna. È sorridente e tiene accanto il suo passatempo preferito, il cerchio, realizzato in bronzo. Nel tempo, attorno alla tomba nacquero oscure leggende: si dice che a mezzanotte la statua prenda vita per giocare lungo i viali e che ogni 2 novembre il fantasma si aggiri sui tetti delle case in cerca di bambini che vogliano giocare con lei, portando con sé nell’aldilà coloro che accettano l’invito.
L’opera contribuì ad accrescere la fama del suo autore, lo scultore Giuseppe Sartorio, il quale aprì botteghe a Cagliari e a Sassari e realizzò numerose opere, oggi conservate nel capoluogo e in vari centri dell’Isola, nonché nel cimitero del Verano a Roma. Il camposanto di Iglesias ne contiene 65, inoltre, a lui si deve il monumento a Quintino Sella nella piazza omonima della città. Sculture di Sartorio sono anche i monumenti funebri delle sorelle Boldetti e quello di Domenica Antonietta Grimaldi, anche lei andata incontro a un tragico destino.