Il suo attuale abitato si arrampica sul versante di una ripida gola, tra 700 e 800 metri d’altitudine, costruito dopo che le frane, dovute all’alluvione del 1951, costrinsero a evacuare ‘Gairo vecchia’, ora affascinante villaggio fantasma. Una parte di popolazione fondò sulla costa Cardedu, l’altra andò ad abitare Gairo Sant’Elena (‘nuova Gairo’), oggi popolata da 1500 abitanti. A otto chilometri di distanza c’è la frazione di Gairo Taquisara, con la stazione del Trenino Verde lungo il tratto Mandas-Arbatax, un tempo scalo della più breve linea ferroviaria sarda, che partiva da Gairo seguendo il corso del rio Pardu e giungeva al capolinea di Jerzu, oggi riconvertito in museo: la Stazione dell’Arte (nel Comune di Ulassai).
Il territorio di Gairo va dal Gennargentu al mare. Ammirerai bellissimi paesaggi: da lontano spicca l’imponente Perda ‘e Liana, monumento naturale ‘protetto’. È la vetta più alta dei tacchi d’Ogliastra (1300 metri), popolato da mufloni e sorvolato dal gipeto. La sua singolare mole è una delle curiosità morfologiche della Sardegna, con un profilo composito: sul basamento troncoconico sorge un imponente torrione, le cui pareti si ergono per 50 metri, con un diametro di circa cento. Salendo la vegetazione si dirada, fino quasi a scomparire a ridosso della base. Fra le attrazioni naturali anche la grotta Taquisara, che visiterai grazie a un percorso turistico. La cavità è sovrastata dal monte Ferru, dove osserverai piscine naturali alimentate dalla sorgente su Accu ‘e axina: ci potrai fare il bagno. Il Ferru e il monte Cartucceddu incombono sulla costa con rocce di porfido rosso, mentre i ginepri la incorniciano e inebriano di profumi. È il suggestivo scenario della Marina di Gairo, litorale incantevole e poco frequentato. Le sue perle indiscusse sono Coccorrocci e su Sirboni (il cinghiale). La prima è una distesa di quattro chilometri di sassolini tondi, lisci e di tanti colori. Le pietroline modellate dal tempo si combinano con le tonalità azzurre del mare. Potrai percorrere il promontorio che la separa a sud dalla Marina di Tertenia, con un lungo e suggestivo trekking. L’altro gioiello dal fascino incontaminato e selvaggio è su Sirboni (o Cala Francese): la sabbia fine e bianca si immerge nel mare con fondale basso sino al largo, attorno verde mediterraneo. Numerosi monumenti di età prenuragica e nuragica sono disseminati nel territorio gairese, tra cui gli insediamenti di is Tostoinus e Perdu Isu e la tomba di Giganti del bastione roccioso di Taquisara. Nelle vicinanze, di notevole interesse è il famoso nuraghe Serbissi, nel territorio di Osini. Le feste più sentite sono, a inizio agosto, in onore della Madonna della Neve e la Pentecoste, ‘addolcite’ da piricchittus e amaretti e accompagnate da altre prelibatezze e rinomati vini.