Il fascino misterioso del Carnevale in Sardegna

Boe di Ottana

Il fascino misterioso del Carnevale in Sardegna

Identità e passione, suggestione e mistero, una celebrazione che affonda le sue radici in antichi riti pagani
c’è un carnevale per ogni luogo nell’Isola

Una volta spenti gli spettacolari falò in onore di Sant’Antonio abate e di San Sebastiano, l’atmosfera di festa e stordente euforia prosegue a febbraio col Carnevale, anzi coi carnevali di Sardegna. Su Karrasecare ha tanti volti: ogni comunità lo celebra secondo propri codici, vocazioni e particolarità. I fuochi di Sant’Antonio ne segnano l’inizio con le prima uscite della maschere tradizionali, la fine arriva col mercoledì delle Ceneri, la cui celebrazione più affascinante è a Ovodda. I primi eventi del 2024 animano un popolo che rivive ogni inverno rituali tramandati da secoli. Sacro e profano, passione e identità, ritmi cadenzati e slanci inebrianti, come a Gavoi, con il suono festaiolo dei tumbarinos (suonatori di tamburi). In tutti i paesi, da nord a sud dell’Isola, durante la festa, si assaporano le prelibatezze tipiche carnevalesche: fave e lardo, pistiddu e coccone, zeppole e buon vino.

Carnevale - Samugheo
coinvolgenti scene di vita agropastorale

Le maschere de su connottu (tradizionali) ripercorrono momenti di vita agropastorale, legati a clima e raccolto. Tra le comunità delle Barbagie, ‘cuore’ della Sardegna, rivivono scene che sprigionano intense e misteriose suggestioni. A Mamoiada sono protagonisti i Mamuthones. Vestiti di pelli di pecora nera, col viso coperto da grottesche maschere lignee che ne nascondono l’identità, si esibiscono in una danza ancestrale, cadenzata dai campanacci caricati sulle spalle. Gli Issohadores, con indosso un corpetto rosso e una maschera bianca, catturano queste maschere ‘animalesche’ (e gli spettatori) con una fune. A Ottana sono ‘di casa’ le maschere dalle lunghe corna dei Boes e dei Merdules. A Orotelli vanno in scena i Thurpos (ciechi), vestiti e incappucciati con cappotti di orbace nero e coi volti ricoperti di fuliggine, presa dalle ceneri dei falò. Simboleggiano il rapporto tra uomo e animale, tra padrone e servi. La maschera de sUrzu (orco o orso) è una testa di caprone con lunghe corna e fazzoletto nero da donna, è tipica di Fonni e di due centri dell’Oristanese, Ula Tirso e Samugheo, dove si anima una festa singolare di varie maschere tradizionali: si chiama A Maimone, divinità protosarda.

Boes&Merdules di Ottana
S'Urthu e sos Buttudos - Fonni
boe_ottana_www.alessandrovargiu.com
senso di sacralità e di identità

Peculiarità della Sardegna sono sos karrasegares a caddu, esibizioni equestri che celebrano il cavallo, ‘fulcro’ della vita agropastorale. Dalla spericolata Carrela ‘e Nanti di Santu Lussurgiu (nel Montiferru) alle figure acrobatiche delle Pariglie di Bonorva (nel Meilogu), dalla Pentolaccia a cavallo di Benetutti (nel Goceano) a quella di Oniferi (nel Nuorese). Su tutte spicca la celebre giostra equestre de sa Sartiglia di Oristano. La Domenica di carnevale e il martedì grasso, un gruppo di cavalieri si lancia in velocità al galoppo, lungo la via del Duomo, nelle ‘corse alla stella’. Sono guidati da su componidori, capo corsa e supremo giudice, né uomo né donna, la cui vestizione spetta a sas massaieddas. Lui decide la sorte dei cavalieri, cercando di infilare la stella con la spada e con su stoccu. Ogni stella infilzata è auspicio di buon raccolto.

Sa Sartiglia - Oristano
stordente euforia tra giostre, carri e maschere tradizionali

Non solo riti ancestrali o giostre equestri, ci sono anche i carri allegorici. Per i tratti fortemente simbolici si distinguono il karrasegare osinku, il carnevale di Bosa (nella Planargia), uno dei più celebri della Sardegna. Il martedì grasso è un giorno speciale. Al mattino si celebra s’Attiddu: le maschere femminili, indossate da uomini con il volto sporco di fuliggine, girano per le vie emettendo un lamento in falsetto. Alla sera le maschere in abito bianco, con un lanternino, cercano Giolzi (Re Giorgio), simbolo carnevalesco. Gusti viareggini e veneziani si ritrovano nel carnevale allegorico più famoso e partecipato dell’Isola, il coloratissimo Carrasciali di Tempio Pausania. In Gallura da non perdere anche l’appuntamento di Arzachena, mentre tanti altri appuntamenti ‘classici’ sono nel Medio Campidano: a Guspini, Samassi, San Gavino e Marrubiu, dove si celebra su Marrulleri.

Re Giorgio, carnevale di Tempio Pausania

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