“I fantasmi degli antichi Baroni scendevano dalle rovine del castello sopra il paese di Galte”. Così Grazia Deledda, tra le pagine del suo capolavoro ‘Canne al Vento’, diede fama eterna ai ruderi del castello di Pontes, oggi parte integrante del parco letterario deleddiano, itinerario che racchiude i luoghi citati dalla scrittrice premio Nobel. La fortezza, edificata su un’altura ai piedi del monte Tuttavista, dalla quale si domina la piana del fiume Cedrino, svolse dall’XI secolo una funzione strategica nel proteggere i collegamenti tra la costa orientale e l’entroterra. Galtellì era allora importante sede religiosa e politica del giudicato gallurese e nel XIV secolo fu attaccata e conquistata dalla Corona aragonese.

Il castello fu abitato fino al XV secolo per poi essere abbandonato: il suo ultimo proprietario fu il barone Guiso, attorno al quale sorgono numerose leggende: il suo fantasma si aggirerebbe nottetempo tra le rovine, al contrario della sua famiglia, costretta a vagare per i sotterranei.