È famoso per il villaggio minerario di Rosas, esempio di archeologia industriale divenuta attrazione turistica, e per Narcao Blues festival, una delle principali rassegne musicali sarde. Narcao è un paese del basso Sulcis di oltre tremila abitanti, il cui territorio ondulato si estende tra monti dalla forma ‘a giara’, coperti di macchia mediterranea, querce e boschi di pini ed eucaliptus. Da non perdere la grotta di su Bacculu, dove ammirerai stalattiti e colate suggestive. Proprio le cavità sono state teatro dei primi insediamenti nel territorio, risalenti al Neolitico: i reperti della grotta di su Maiu sono conservati nel museo archeologico nazionale di Cagliari. Il paesaggio è disseminato di resti di strutture abitative preistoriche, dolmen e menhir, nonché pezzi di ossidiana.
Risalente al Bronzo antico è il grande protonuraghe Atzei, con struttura ‘a corridoio’. Nella frazione Terraseo, noterai i resti di un tempio punico dedicato a Demetra e Kore: in un altare sono state rinvenute statuette fittili rappresentanti la dea. Mentre tombe romane sono emerse a Ollastra Frogheri. I monaci benedettini furono i primi a occupare le fertili campagne di Narcao attorno al 1000: a loro si deve il campanile della parrocchiale di san Nicolò, patrono celebrato a metà agosto. Il centro visse un periodo florido sino al XIV secolo, poi si spopolò. A fine XVII secolo vi si insediarono contadini e pastori: a simboleggiare la conformazione dei nuclei di case è il medau o furriadroxiu (piccolo agglomerato rurale) di is Meddas, frazione del paese, che conserva la struttura originaria: una corte centrale su cui si affacciano basse case dei contadini e palazzotto del proprietario terriero. Le dimore campestri si addensarono fino a creare l’attuale abitato, caratterizzato da case in mattoni crudi e decorate con murales raffiguranti scene di vita in miniera. Non a caso Narcao è stato protagonista dell’attività estrattiva nel Sulcis: il territorio è costellato di miniere dismesse, tra cui le Rosas, immerse tra i monti di Terrubia e comprese nel parco Geominerario della Sardegna: qui da 1851 a 1978 si estrassero piombo, rame e zinco. Edifici e strutture sono stati ristrutturati e trasformati in parco-museo ‘a cielo aperto’, inserito in un paesaggio incontaminato con sentieri per trekking, mountain bike e passeggiate a cavallo. Nella piazza della laveria, cuore del borgo, ammirerai ex ufficio postale e direzione (ora ristorante), forno e depositi di stoccaggio, fucina (oggi bar), foresteria e alloggi dei minatori, divenuti case-vacanza. Il parco Rosas è insieme esposizione di ingegneria e antropologica: gallerie, ‘pozzetti’ e mulini (funzionanti) per lavorare i minerali documentano lo sviluppo tecnologico, le sale multimediali con pannelli illustrativi e attrezzature ripercorrono l’epopea mineraria, le voci stesse dei minatori raccontano condizioni di lavoro e vita di operai e famiglie. Il paese è famoso a livello artistico: dal 1991, a fine luglio, va in scena Narcao Blues Festival, festival musicale molto apprezzato nel panorama nazionale, con interpreti di fama mondiale.