Le sue origini sono millenarie, le fasi costruttive molteplici, ha ben quattro nomi e non è chiaro quando fu edificata, nonostante sia citata in un documento antico. Sono numerosi gli elementi che rendono particolare la chiesa di Santa Croce di Usini, a iniziare dalle denominazioni che si sono succedute: anticamente era Santa Maria d’Usine, poi localmente fu conosciuta come Madonna de s’Ena Frisca, ovvero della ‘sorgente fresca’, per la presenza di una fonte nelle vicinanze, e anche come Santa Maria del Cimitero, in quanto eretta nell’area in cui sorgeva l’antico luogo di sepoltura di Usini. Infine, nel XIX secolo, prese l’attuale nome dalla confraternita che ne assunse la reggenza.
L’edificio sorge lungo la via che, provenendo da Sassari, conduce al centro del paese, un percorso particolarmente frequentato. Precisamente la chiesa è posta poco oltre la metà del tragitto che separava il monastero sassarese di San Pietro di Silki e l’abbazia di Nostra Signora di Paulis, oggi in rovina, nel territorio di Ittiri. Il titolo risulterebbe menzionato nel condaghe di san Pietro di Silki: il riferimento a una ‘chiesa di Santa Maria’ porterebbe la datazione ai primi decenni del XII secolo. Altri invece propendono per collocarla temporalmente tra XIII e XIV secolo. Dell’impianto romanico originale, mononavato ed edificato in pietra calcarea, potrai ammirare la facciata e parte dei fianchi decorati con cornice e archetti pensili a sesto acuto. La cornice prosegue in facciata delimitando il frontone. Anche qui compaiono gli archetti, sotto il frontone e – con forma allungata – sotto gli spioventi. A una seconda fase costruttiva risalgono il transetto e le finestre, mentre in seguito si aggiunsero torre campanaria, sagrestia e una serie di cappelle. L’abside presenta una forma quadrangolare, con volta a botte. All’interno osserverai altari lignei policromi in stile barocco e una particolare finestra a destra dell’altare maggiore, decorata con archi trilobati tipici dello stile gotico-catalano.
Proseguirai il tour delle bellezze architettoniche di Usini con la parrocchiale di Santa Maria Bambina, ‘scrigno’ di preziosi arredi, le dimore ottocentesche Casa Diaz e Casa Derosas e, a otto chilometri dal paese, la chiesa medievale di San Giorgio di Oliastreto. Non meno interessanti le tracce preistoriche: al Neolitico recente risale la necropoli a domus de Janas di s’Elighe Entosu - detta anche ‘delle sette stanze’ – dove spicca la tomba V, decorata con particolari architettonici a imitazione di una capanna prenuragica. Nel territorio, rinomato per la produzione di vini cagnulari e vermentino, scoprirai anche nuraghi e tracce di epoca romana.