Una tappa del Cammino di Santu Jacu, percorso spirituale che tocca i luoghi devoti a San Giacomo maggiore, sorge nel piccolo borgo di Nughedu Santa Vittoria, e rivela solo pochi indizi della sua storia: due date incise all’interno, mentre un’altra fonte è andata perduta. Fascino e mistero aleggiano in egual misura nella chiesa parrocchiale dedicata a San Giacomo, in stile gotico-aragonese, costruita utilizzando la trachite rossa. Vittorio Angius trascrisse il contenuto di un’epigrafe, allora conservata nel coro e oggi scomparsa, la quale menzionava il nome del ‘procuratore’ e l’anno 1634, probabilmente riferito alla fine dei lavori di costruzione dentro il santuario. La stessa data si rileva nella chiave di volta del presbiterio, mentre in facciata, all’interno di uno scudo che campeggia nel timpano del portale, si legge la data 1674. Per alcuni, però, si tratterebbe di una ricostruzione di un edificio già presente nel XVI secolo.
La chiesa domina un’ampia piazza. Nel prospetto ammirerai un grande rosone, simile a quello delle chiese di San Gavino a Gavoi, Santa Maria della Guardia ad Ardauli e San Mauro di Sorgono. La facciata, di forma quadrata, presenta un terminale piano con merlature a tridente. Un cornicione dentellato separa l’ordine superiore, dominato dal rosone, e quello inferiore, nel quale il portale è sormontato da un timpano curvilineo spezzato. Vari elementi tipici dell’architettura gotico-aragonese abbelliscono l’aula mononavata, scandita da archi a sesto acuto. Le cappelle laterali sono voltate a botte, la capilla mayor quadrangolare, più bassa e stretta della navata, si collega all’aula tramite un arco a sesto acuto. Il presbiterio, invece, ha una volta a crociera.
Il santo è celebrato il 25 luglio, il giorno dopo si festeggia Sant’Anna: generalmente si svolge una processione unica. La parrocchiale del paese affacciato sul lago Omodeo accoglie anche i pellegrini in viaggio seguendo il Cammino di Santu Jacu, lungo la direttrice che verso nord conduce a Porto Torres. Le campagne nughedesi ospitano un altro luogo di culto in cui l’ospitalità verso i pellegrini si rinnova da secoli: circa un chilometro e mezzo a nord dell’abitato sorge la chiesa campestre di San Basilio, anch’essa probabilmente seicentesca. Accanto si dispone una fila di muristenes, alloggi in pietra destinati ad accogliere i novenanti.
Nughedu Santa Vittoria merita una visita anche per il patrimonio archeologico e naturalistico: da non perdere le domus de janas della necropoli sas Arzolas de Goi, decorate con incisioni e pitture, e l’oasi di Assai: in un bosco popolato da cervi, cinghiali e daini, sorge un museo faunistico, ospitato in un antico rifugio di pastori.