Un silenzio e una quiete assoluti, rotti soltanto da qualche ronzio e muggito, boschi fitti e incantati, con tutte le tonalità del verde. A poco più di sette chilometri da Burgos si distende una vasta foresta che racchiude da un lato vestigia di un lontanissimo passato come la mastodontica reggia del nuraghe Costa e il più ‘contenuto’ nuraghe Erismanzanu, dall’altro un moderno centro ippico, un tempo centro di allevamento governativo. Oggi a Foresta Burgos, oltre a varie razze di cavalli, in particolare l’anglo-arabo-sardo e il pony sardo, vivono esemplari di asini albini, dato che quelli del parco nazionale dell’Asinara sono destinati a estinguersi vivendo assieme agli asinelli grigi.
Il vecchio centro di allevamento è un piccolo villaggio fantasma circondato da edifici desolati, rivestito da un’atmosfera particolare, dalla luce intensa ma a tratti spettrale. Questo selvaggio angolo di montagna è stato un tempo ‘vivo’. I primi insediamenti moderni sorsero a fine XIX secolo, con una piccola azienda agricola. Poco più tardi il regio esercito scelse l’area per l’allevamento dei cavalli per polizia e carabinieri. L’istituzione avvenne nel 1906 e pochi anni dopo qui si preparavano i cavalli per affrontare gli scenari bellici della Grande Guerra. Da qui partirai per interessanti escursioni in sentieri nei boschi, solcati dai militari.
A fine anni Cinquanta la struttura fu abbandonata dai militari con passaggio di consegne all’Istituto di incremento ippico di Ozieri, sotto la cui egida l’attività di allevamento equino prosegue fino ad oggi. Non mancano maneggio coperto per l’addestramento e la preparazione dei cavalli all’attività agonistica e una scuola di equitazione. Al suo apogeo Foresta Burgos contava numerosi edifici, alcuni riqualificati. Potrai visitare il nucleo del villaggio, sopravvissuto allo scorrere del tempo, costituito da quattro caseggiati – i maggiori sono palazzo direzionale e palazzina - intorno alla chiesetta di San Salvatore, costruzione dalle suggestive forme architettoniche di stile neomedievale, raggiungibile attraverso un viale alberato. La facciata a spioventi è realizzata in conci a filari alterni bicromi, come nella tradizione romanica isolana. Caratteri tipici del gotico sono nelle decorazioni di portale e piccolo rosone con archi ciechi, parte a tutto sesto, parte a sesto acuto. Un campanile a cuspide sul retro chiude l’edificio.
La frazione ricade nel territorio di Burgos, borgo sorto nel 1337 ai piedi di un castello medievale. Il paese, issato a 600 metri d’altezza, è circondato da paesaggi incantati cui contribuiscono, oltre a foresta Burgos, il confinante bosco Badde Salighes, in parte nel territorio di Bolotana, e il monte Rasu, nel territorio di Bono, il centro più importante del Goceano, sul cui pendio c’è la suggestiva località sos Nibberos, con la foresta di tassi più ampia d’Italia, e in cima uno dei conventi francescani più antichi dell’Isola.