Sulle rovine di un’imponente fortezza nuragica emergono tracce di una chiesa, anch’essa allo stato di rudere, che assieme regalano al sito un fascino insolito e sorprendente. Il complesso di San Sebastiano sorge a nord del borgo di Gesico e deve il nome al piccolo santuario che, durante la prima metà del XVII secolo, fu edificato sfruttando i resti del mastio del nuraghe. La struttura protostorica comprendeva nove torri: tre appartenenti all’edificio principale e sei disposte attorno e collegate da cortine che costituivano un ampio antemurale. Il complesso si erge in cima a una collina a 300 metri d’altitudine: da qui era possibile controllare una vasta porzione di territorio, comprese vie di comunicazione strategiche. A pochi passi dal nuraghe osserverai una struttura circolare, forse una capanna, con pavimento lastricato, mentre nei dintorni sono state rinvenute testimonianze risalenti a età punica, che testimonierebbero quindi una continuità d’uso del sito.
Nel XVII secolo sui conci di base del mastio fu impiantata la chiesa dedicata a San Sebastiano. Oggi ne osserverai i ruderi e individuerai il perimetro murario, tuttavia l’edificio versava ancora in buone condizioni durante i primi anni del XX secolo, come testimoniato da fotografie che permettono di ricostruirne le forme: aveva un tetto a doppio spiovente e il portale sormontato da un architrave monolitico, inoltre era dotato di campanile a vela. La chiesa per un certo periodo fu affidata alle cure della giovane Confraternita del Sacro Rosario – fondata nel 1585 in una cappella della parrocchiale di santa Giusta -, in attesa che venisse edificato il loro oratorio.
Non solo San Sebastiano, il territorio di Gesico conta numerose testimonianze preistoriche: ben 35 nuraghi, tre pozzi sacri, sei menhir e cinque tombe di Giganti. Spicca il nuraghe Sitziddiri, il cui villaggio di riferimento è tra i più estesi della Sardegna. Il fascino del paese è dovuto anche ad altre chiese: dentro la parrocchiale intitolata a Santa Giusta ammirerai una commistione di stili, dalla facciata romanica agli interni gotico-aragonesi, con altari in stile barocco. Più antiche sono le chiese di Santa Maria d'Itria, edificata nel XIII secolo, e di Sant’Amatore, il cui primo impianto risale al XII secolo e al cui interno è ospitato un sarcofago tardo-romano. A poco più di quattro chilometri dall’abitato, sulla cima del monte San Mauro, sorge l’omonima chiesetta campestre, circondata da un accogliente parco e meta di processione a settembre. L’evento principale di Gesico tuttavia ha carattere gastronomico ed è uno dei più attesi dell’Isola: la sagra della lumaca.