La sua origine è leggendaria, il suo nome è legato alla profonda devozione di una comunità e al genio letterario di una scrittrice celebre in tutto il mondo. Tutto ciò è racchiuso tra le pareti della chiesetta in origine dedicata alla Madonna di Montenero, oggi nota come Nostra Signora de su Monte. L’edificio si trova nel borgo omonimo sulla sommità del monte Ortobene, a sei chilometri da Nuoro, città di riferimento della Sardegna centrale. Sarebbe stato costruito, come riporta una lapide collocata sopra l’ingresso, in soli trenta giorni, per sciogliere un voto dai contorni leggendari: nel 1608 i tre fratelli Pirella, di ritorno via mare da un pellegrinaggio compiuto a Livorno al santuario della Vergine di Montenero, si trovarono nel mezzo di una tempesta. Uno di loro, Melchiorre - futuro vescovo di Bosa e Ales – si appellò alla Madonna, promettendo di costruire una chiesa sulla prima cima che avessero intravisto qualora fossero giunti a terra sani e salvi. La vetta avvistata fu l’Ortobene e il 25 aprile dello stesso anno il santuario fu inaugurato, diventando ben presto meta di pellegrinaggi. Attorno alla chiesa sorsero varie cumbessias, alloggi destinati all'accoglienza dei pellegrini e dei novenari. Una di esse apparteneva alla famiglia di Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura del 1926. La leggenda della fondazione della chiesa e i ricordi dei giorni trascorsi nella cumbessia di famiglia durante la giovinezza trovano posto nelle pagine di ‘Cosima’, romanzo autobiografico della scrittrice nuorese.
Le linee del santuario sono rimaste quelle originarie: la facciata bianca introduce a un atrio, comunicante con un loggiato laterale e dove si trova il portale d’ingresso. L’aula è mononavata, divisa in campate separate da arcate ogivali e coperta in legno. Chiesetta e cumbessias sono circondate da un verdeggiante parco a quota 900 metri d’altitudine, oltre ad essere meta di una festa campestre che ricorre ogni 22 agosto, sono anche teatro della novena che anticipa la sagra del Redentore, una delle celebrazioni più sentite dalla popolazione nuorese. Dal 1901, anno della posa della statua bronzea – divenuta nel tempo simbolo della città -, ogni anno i fedeli a fine agosto percorrono l’antica strada di accesso al monte, attraverso un sentiero che parte dalla chiesa della Madonna della Solitudine, dove sono ospitate le spoglie della Deledda. Dieci croci di ferro infisse nella roccia segnano il percorso, che attraversa una pineta e affianca sorgenti e massi di granito dalle forme curiose.
L’Ortobene è un’oasi naturalistica, ricca di varietà vegetali e faunistiche, meta di attività outdoor. La foresta accoglie lecci, sugherete, agrifogli e macchia con ginestre, corbezzoli e lentischi. Il sottobosco è popolato da ciclamini, felci e pungitopo. Ci vivono cinghiali, donnole, lepri e volpi, mentre tra i volatili è possibile osservare astori, pernici, poiane e tortore. I dintorni celano tracce preistoriche e storiche, tra cui le domus de Janas di sas Vrighines, di Maria Vrunza e di Janna Ventosa e i ruderi delle chiese medievali di santu Jacu e sa Itria.