È una delle architetture legate al culto dell’acqua più raffinate dell’età nuragica, con misure e geometrie incredibilmente precise. Il pozzo sacro Predio Canopoli si trova a Perfugas, in pieno centro abitato, scoperto nel 1924 dal proprietario del terreno, da cui il pozzo prese il nome. La struttura è interamente costruita in conci di calcare, probabilmente provenienti dalle cave di Laerru e lavorati con estrema cura: non ci sono malte o leganti, le pietre sono posate a secco, in blocchi incastrati con incredibile precisione, formando due murature collegate da conci a T o a coda di rondine. Le modalità di costruzione e di messa in opera dei blocchi isodomi ricordano quelle del pozzo del santuario di Santa Cristina a Paulilatino. La camera ipogeica è a tronco di cono, lastricata, perfettamente circolare e con pareti finemente lisciate. Manca la copertura, che doveva essere a tholos (falsa cupola). L’ambiente è preceduto da un vestibolo rettangolare, anch’esso lastricato, con banconi-sedili, al termine del quale parte la scala con otto gradini che conducono alla sorgente.
Noterai anche che i conci del tamburo del pozzo e del vestibolo sono bugnati sul lato esterno, con due sporgenze per blocco: non è chiaro se si tratti di una scelta estetica, simbolica – per rappresentare le corna del toro – o semplicemente pratica, in quanto le bugne renderebbero più semplice maneggiare e trasportare i conci. Attorno all’area si estendono le tracce di un recinto in blocchi di trachite, sorto sui resti di un tempio in antis. Vedrai anche i resti di strutture probabilmente pertinenti alle capanne di un villaggio. La datazione del tempio è incerta: per alcuni si colloca nel Bronzo medio (XVI-XIV secolo a.C.), altri suggeriscono una datazione più tarda, tra Bronzo recente e finale (XIII-IX a.C.). I reperti rinvenuti durante gli scavi hanno dimostrato una frequentazione del sito sino al Medioevo, spicca un ex-voto in bronzo, raffigurante un toro. Il manufatto, esposto al museo nazionale G. A. Sanna di Sassari, è considerato tra le più eleganti raffigurazioni di bovini mai rinvenute in Sardegna. Potrai ammirare la maggior parte dei ritrovamenti del pozzo visitando il museo archeologico paleobotanico di Perfugas, la cui esposizione racchiude un arco temporale che va dai più antichi manufatti in pietra finora rinvenuti nell’Isola – risalenti al Paleolitico – a maioliche medievali provenienti dalle chiese dei dintorni del paese anglonese. A proposito di luoghi di culto, a Perfugas è d’obbligo una visita alla parrocchiale di Santa Maria degli Angeli, proprio di fronte al Predio Canopoli: la chiesa ospita il più grande retablo della Sardegna, dedicato a San Giorgio e realizzato a fine XVI secolo, opera di un artista anonimo noto come Maestro di Perfugas.