Adagiato ai margini della fertile piana del basso corso del Coghinas, Viddalba è un centro di mille e 700 abitanti, di lingua e tradizioni galluresi, al confine occidentale della Gallura con l’Anglona, poco a sud di Badesi e a pochi minuti dalle splendide spiagge del golfo dell’Asinara, meta tutto l’anno per vela, windsurf e kitesurf. L’abitato sorse nel Medioevo, sviluppandosi in zona detta Vidda Ecchja, e il suo nome compare per le prima volta come Villa Alba (paese bianco), nei condaghes di san Pietro di Silki e di san Michele di Salvennor (XI-XIII secolo). Secondo racconti popolari, le frazioni attorno al centro principale furono teatro delle scorribande del ‘Muto di Gallura’, bandito sordomuto di fine XIX secolo che ha segnato la storia locale. In origine la risorsa del paese era l’allevamento, oggi sono turismo, agricoltura, in particolare coltivazione di angurie, patate, pomodori e, soprattutto, carciofi ‘spinosi’, e artigianato, specie lavorazione di tessuti, ferro battuto e pietra.
Gli appassionati di trekking ed equitazione percorreranno, tra profumi mediterranei, affascinanti strade rurali negli stazzi e sulle alture che delimitano il territorio a est. I sentieri portano in cima a Monti Ruiu, attraversando rocce di un rosso intenso, e al monte San Gavino, dove venti ‘vie chiodate’ sono palestra per amanti di parapendio e climbing. In vetta (800 metri) si erge la chiesa di san Gavino a monte, dove si festeggia il primo maggio. Il tratto viddalbese del Coghinas scorre tra boschi di pini ed eucalipti, ricco di anguille, carpe, spigole, tinche e popolato da aironi, folaghe e gallinelle d’acqua. È sede di pesca sportiva e meta per kayak e birdwatching. A pochi minuti dal paese, su una sponda del fiume hanno sede le terme di Casteldoria: le sue acque salso-bromo-iodiche con proprietà curative, già sfruttate da romani, Doria e aragonesi, sgorgano a oltre 70 gradi. Il fiume prosegue a valle incontrando le anse del monte San Giovanni, dove troverai un parco, verande panoramiche e la chiesa romanica di san Giovanni evangelista, risalente al XII secolo poi ricostruita ex novo. Il simulacro del santo è custodito nella chiesa di san Leonardo. Feste e sagre sono accompagnate da ritmi e abiti tradizionali, occasione per degustare zuppa gallurese, carni, formaggi e vini. Tra le kermesse spicca il matrimonio gallurese, con gare poetiche, sfilate a cavallo, canti e balli.
La piana di Viddalba fu frequentata dal Neolitico, come testimoniano domus de Janas, e abitata assiduamente dal Bronzo antico (XVIII secolo a.C.). Vicino al santuario di san Leonardo osserverai i ruderi di un villaggio nuragico, sui quali sorse tra fine III e IV secolo d.C. la vasta necropoli di san Leonardo, da cui sono venuti alla luce preziosi corredi funebri e decine di steli funerarie decorate, che costituivano il ‘segnacolo’ di tombe a incinerazione, oggi custodite nel civico museo archeologico, una delle principali esposizioni della provincia di Sassari. È dedicata a testimonianze di tutta la bassa valle del Coghinas: da reperti ceramici e litici neolitici ed eneolitici a monete puniche, romane e rinascimentali.