Per arrivare al castello di Quirra percorrerai un tratto della ‘vecchia’ statale 125, l’Orientale sarda tanto amata dai biker, e penserai che ‘il viaggio valga quanto la meta’. Poi salirai per venti minuti a piedi lungo un impervio sentiero, sino a raggiungere le sua possenti mura assediate dalla natura selvatica. Da lassù la vista su Cala Murtas e Porto Corallo da una parte e sui Tacchi ogliastrini dall’altra, ti resterà a lungo impressa nella memoria.
Il salto di Quirra fa parte oggi del Comune di Villaputzu, territorio di passaggio dal Sarrabus all’Ogliastra, mentre nel XII secolo, quando i giudici di Cagliari costruirono il castello sulla collina di Cudias, segnava il confine col giudicato di Gallura. Il maniero passò poi ai pisani e infine alla Corona d’Aragona, che lo assegnò, come risarcimento per il sostegno avuto durante le guerre di espansione, alla potente famiglia dei Carroz. Ai nobili valenziani andarono anche il castello di Cagliari e altri feudi nel sud della Sardegna.
Durante la dominazione spagnola il castello rappresentava il caposaldo del marchesato d’Ogliastra, un feudo potente e prospero che si estendeva da Tertenia a Santa Maria Navarrese contando ben 76 villaggi. Il suo castello doveva essere imponente e apparire inespugnabile, ancora è possibile vederne il grande perimetro e il giro di mura con le torri e due cisterne. Dalla cima, basta guardarsi attorno per capire perché nel Medioevo la zona era strenuamente contesa: la sua posizione era strategica per il controllo della costa e delle vie d’accesso alle miniere dell’entroterra.
I destini dei feudi e dei castelli assegnati ai Carroz segnarono la vita di Violante, designata giovanissima alla successione del feudo ogliastrino dopo la morte del padre durante l’incendio del castello di Cagliari. Lei fu l’ultima erede dell’immenso patrimonio di famiglia. Rimasta sola e in balia dei parenti che tentavano di delegittimarla, riuscì a imporre la sua volontà e a governare il feudo a dispetto delle insidie familiari e anche della Chiesa locale che la condannò per le sue relazioni extraconiugali. Il parroco che osò contestare il suo stile di vita fu impiccato e il suo corpo esposto come monito nelle grate del castello. Per il violento atto fu soprannominata la sanguinaria e allontanata dall’Isola che amava.
Sin qui la storia ma le leggende sul suo conto sono un’infinità: una riguarda l’amore del conte di Mandas che voleva sposarla e portarla con sé. Violante impose una condizione che riteneva impossibile da soddisfare, raggiungere l’impervio castello di Quirra con un cocchio a quattro cavalli. Il conte riuscì nell’impresa e portò via Violante dalla sua fortezza, ma lungo la strada, per il dolore nel lasciare la sua terra, morì di crepacuore. Il sentiero di montagna che percorsero collega oggi Quirra a Perdasdefogu, in suo onore e in ricordo del triste racconto è detto sa Scala de sa Contissa. Secondo un’altra leggenda, Violante Carroz morì precipitando dal suo castello, lasciando un telaio d’oro nascosto in una delle tante grotte che affiorano alle pendici della collina: in tanti hanno creduto che non fosse una leggenda e lo hanno cercato, senza mai trovarlo.