Forse non riuscirai a passare in rassegna una per una le quasi duecento nicchie contenenti le reliquie di santi, caso unico tra le chiese in Europa, comunque la tua visita alla cripta della cattedrale di Santa Maria, in piazza Palazzo a Cagliari, resterà indelebile. Oltre ad ammirare eleganza e splendore barocchi, ti incuriosirà la vicenda che ne ha fatto concepire la realizzazione: un arcivescovo-archeologo volle affermare il suo primato nella Chiesa sarda. Nel corso della storia le reliquie sono sempre state oggetto di venerazione e di prestigio. Anche a inizio XVII secolo. L’arcivescovo di Sassari vantava nella basilica di Porto Torres quelle dei santi Gavino, Proto e Gianuario, perciò si considerava il primate della Chiesa sarda. L’arcivescovo di Cagliari Francisco d’Esquivel, di nobile famiglia spagnola, non era d’accordo: ricercò e individuò le sepolture dei santi cagliaritani. Per custodire e venerare le reliquie costruì il santuario dei Martiri, una cripta scavata nella roccia sotto il presbiterio della cattedrale. All’interno, 192 nicchie contenenti altrettante reliquie di martiri cagliaritani. Sopra ciascuna una formella in marmo a bassorilievo indica nome del santo e simboli del martirio.