Non si sa per certo quando i francescani giunsero a Iglesias: secondo una teoria erano presenti già al tempo della dominazione pisana, altri ipotizzano l’arrivo a seguito della presa di potere da parte della Corona aragonese (1324), che impose in città l’ordine religioso da lei preferito. In entrambi le ipotesi, il primo impianto della chiesa di san Francesco, uno dei principali esempi di architettura gotico-catalana in Sardegna, dovrebbe esser sorto successivamente. Non è chiaro neppure se l’edificio fosse impostato su preesistenti strutture benedettine, in ogni caso l’attuale costruzione è un rifacimento del XVI secolo, con successivi interventi che non ne hanno modificato l’aspetto generale. A confortare la genesi, sono d’aiuto alcune incisioni degli elementi decorativi: un capitello e un’acquasantiera riportano la data 1558, nelle cappelle ai lati del presbiterio compare invece l’anno 1584.
Nella facciata a capanna in conci di trachite rossa, noterai due oculi e un rosone, in asse con il portale d’ingresso, decorato con stipiti a fascio e architrave monolitico con arco di scarico a sesto acuto. L’interno è a navata unica, divisa in sette campane, con copertura in legno. Vari capitelli recano stemmi e iscrizioni: oltre all’anno di posa (o conclusione lavori), noterai lo stemma dell’ordine francescano (due braccia incrociate) e della municipalità iglesiente in età spagnola. L’abside risulta più stretto e più basso rispetto alla navata, chiuso da una volta ‘ombrelliforme’. Ai lati della navata si aprono sette cappelle per lato, si è ipotizzato che la terza a sinistra risalga all’impianto originario, trecentesco, della chiesa, perché molto diversa dalle altre: l’arco di ingresso è più piccolo e la copertura, con volta a crociera, è intonacata. Sulla parete di fondo di un vano aggiunto alla prima cappella di sinistra ammirerai il retablo di san Francesco, opera attribuita ad Antioco Mainas, pittore cagliaritano della scuola di Stampace. Dipinta a tempera e olio intorno al 1560, la pala d’altare presenta lo schema del doppio trittico, con predella a cinque scomparti. Tra le scene dipinte negli scomparti compaiono la Crocifissione, una Madonna e la lapidazione di santo Stefano.
Iglesias conserva già nel nome i tratti catalano-aragonesi, che continuano a manifestarsi nelle tradizioni cittadine, come i riti della Settimana Santa di Pasqua, in particolare durante le processioni dei Misteri. Altro evento da non perdere, a metà agosto, è il corteo storico medievale. Tra i monumenti spiccano il castello Salvaterra, edificato dai pisani, e la cattedrale di santa Chiara, risalente al Medioevo. L’Iglesiente è stato, per oltre un secolo, fulcro dell’epopea mineraria, oggi è parte del parco geominerario della Sardegna. Oltre ai musei cittadini, potrai visitare la miniera di Monteponi e i siti estrattivi lungo la costa di Nebida e Masua, tra cui la spettacolare galleria di Porto Flavia.