Le domus de Janas sono di solito grotticelle artificiali scavate in blocchi rocciosi e adibite a sepolture preistoriche, anche La Rocca è una ‘casa delle fate’, ma ricavata in un masso grande quanto un palazzo di tre piani, modellato dalla natura e, soprattutto, dall’uomo. Perciò è considerata ‘la cattedrale delle domus de Janas’, forse la più grande dell’Isola. Sorge sul ciglio della valle di Baldana, ai margini dell’altopiano calcareo in cui è incastonato Sedini, borgo dell’Anglona, a pochi chilometri da Castelsardo. Il monumento domina dall’alto l’abitato disposto attorno come in un anfiteatro naturale, tra le colline La Maglina e Lu Padru: lo raggiungerai percorrendo la via principale del paese. Più ti avvicinerai alla ‘casa nella roccia’, più scoprirai i dettagli del masso alto dodici metri.
È un luogo magico che ha attraversato cinque millenni, dal IV-III millennio a.C. (Neolitico recente) al XX secolo. Le trasformazioni nel corso dei secoli, specie nel Medioevo, l’hanno resa parte ‘viva’ del borgo: è stata cava per produrre mattoni, prigione, ricovero per animali, negozio e abitazione privata. Oggi visiterai una serie di ambienti di varie epoche che, ricavati nella roccia viva, integrati fra loro con solai e muratura e distribuiti su tre livelli, ospitano attualmente il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona. Arredi, abiti, suppellettili e telai settecenteschi raccontano storia e cultura agropastorale della comunità di Sedini, nonché l’archeologia, a partire dalla necropoli neolitica, che costituisce lo ‘strato’ più antico della Rocca (3500-2700 a.C.), legata a insediamenti abitativi che dovevano sorgere nelle vicinanze, del resto l’altopiano del paese è costellato di grotte abitate nella preistoria: Li Conchi, Li Caadaggi e La Pilchina . All’interno della domu scoprirai sei celle ipogeiche - due metri e mezzo di lunghezza per uno e mezzo di larghezza - minuziosamente modellate, di cui due fuse in un unico ambiente, disposte su piani diversi e comunicanti tra di loro. Al ‘sottopiano’ le sepolture sono rimaste come un tempo: noterai anche tre vani usati forse per deporre le offerte. Da qui, attraverso una botola, scenderai ancora più in basso, alla tomba più profonda, usata poi come cantina. Le celle del primo e del secondo piano furono carcere nel Medioevo e svolsero varie funzioni successivamente, da ultimo furono dimore private: al primo piano sino al XIX secolo, al secondo sino a metà del XX. Dentro il tempo sembra essersi fermato. Dalla Rocca passerai a visitare le vie del centro storico con case poggianti su rocce calcaree e disposte attorno alla chiesa di sant’Andrea, in stile gotico-aragonese (1517). Tra i santuari campestri spicca San Pancrazio, edificio in calcare e trachite su una collina. Altro monumento preistorico è il nuraghe ‘bianco’ Lu Padru, eretto con massi calcarei. Prende nome dal colle omonimo, al cui interno ci sono le alte sale della Fossa de la Loriga (o grotta di Speluncas) impreziosite da stalattiti e stalagmiti.