A primo impatto, ti colpirà l’atmosfera fiabesca del bosco, attrezzato di una comoda area picnic. Poi, salendo lungo il sentiero, vedrai spuntare prima la chiesetta con accanto uno scenografico altare a cielo aperto, poi, più nascosto e immerso nella vegetazione, un nuraghe. Tutto questo è compreso nel parco del monte Sant’Antonio, piccola oasi distante appena otto chilometri da Macomer. Il rilievo è di origine vulcanica, si erge per circa 800 metri e sulle cui pendici si estende un’area verde di 277 ettari, composta principalmente da roverelle, ma osserverai anche sugherete e rimboschimenti di leccio e castagno, tra cui si aggirano conigli selvatici, lepri sarde, volpi, cinghiali e martore.
Il bosco è attraversato da sentieri ideali per escursioni di hiking, ospita, inoltre, un’area dotata di tavoli con accanto postazioni per il barbecue. Proseguendo in direzione sud, giungerai alla sommità del monte, dove si erge la chiesa campestre dedicata a Sant’Antonio da Padova. Il santuario, fatto erigere a partire dal 1644 da una coppia di coniugi macomeresi, è sede di una sentita festa organizzata ogni anno da un comitato formato dai fedales quarantenni. Attorno alla chiesa, noterai una serie di incisioni su lastre di pietra raffiguranti scene della via crucis, mentre, sopra una piccola scalinata, si staglia l'altare, sovrastato alle spalle da un’imponente statua della Madonna con bambino.
Il 12 giugno, la cittadinanza di Macomer accompagna il simulacro ligneo del santo dalla parrocchiale di San Pantaleo fino alla chiesetta campestre, percorrendo un tragitto di tredici chilometri. Il giorno successivo va in scena la festa vera e propria, con canti, spettacoli, banchetti e bancarelle per gustare i prodotti tipici del territorio. Il 14 la statua torna a Macomer, accompagnata da cavalieri e fucilieri in costume.
Le sorprese non finiscono qui: verso ovest, un piccolo sentiero tra la vegetazione ti porterà ad ammirare il nuraghe monotorre Sant’Antonio, con camera a forma ellittica e copertura a tholos. Dalla sommità ammirerai uno splendido panorama che, oltre alla foresta sottostante, comprende la vista su Montiferru e Planargia, fino all’altopiano di Abbasanta e ai monti del Gennargentu.
Proseguirai il tour archeologico macomerese spostandoti di pochi chilometri, per raggiungere il parco di Tamuli. Qui, oltre al nuraghe complesso e al villaggio circostante, osserverai tre tombe di Giganti quasi allineate – forse orientate in base al transito del sole durante la giornata – vicino alle quali si ergono sei misteriosi betili antropomorfi, disposti in due gruppi: il primo raffigurante l’elemento maschile, il secondo con i betili decorati da bozze mammillari, che rappresenterebbero l’elemento femminile, principio della vita.