Più di uno spazio espositivo, è uno ‘scrigno’ che custodisce la memoria e l’identità culturale di Aritzo e dei paesi adagiati sul versante occidentale del Gennargentu. L’Ecomuseo della Montagna Sarda si articola in un sistema museale diffuso, all’interno del borgo della Barbagia di Belvì, con ‘epicentro’ nel museo etnografico. Lo troverai immerso nel verde del parco Pastissu, a riprova del legame indissolubile tra comunità e patrimonio naturalistico, da cui la denominazione ‘ecomuseo’. Le otto sale del percorso espositivo ti porteranno alla scoperta di ambienti domestici, antichi mestieri, ‘sapere’ femminili e utilizzo delle risorse offerte dalla natura, senza tralasciare il rapporto con spiritualità e credenze magico-religiose.
Inizierai il percorso approfondendo il tema della cultura pastorale. La prima sala descrive il processo della lavorazione del latte e la cura del bestiame. L’oggetto più curioso esposto è su Giuramentu, un gruppo di medaglioni con immagini sacre e un crocifisso, usato fino a pochi decenni fa per dirimere controversie riguardanti pascoli e bestiame. La seconda sala propone due elementi distintivi del borgo: i prodotti del bosco, in particolare le castagne, e l’antica attività di ‘mercanti girovaghi’. Sagre e mercatini ospitavano spesso le rinomate produzioni aritzesi: torrone, manufatti in legno, nocciole, castagne e la carapigna, tipico sorbetto al limone prodotto usando il ghiaccio ricavato dalla neve. La terza sala è dedicata alla lana, descritta in tutte le fasi della sua lavorazione fino ai prodotti finiti, tra i quali spiccano i coloratissimi abiti tradizionali. Nel quarto ambiente è rappresentato un laboratorio di lavorazione della cera e di produzione di candele. Proseguirai ‘entrando’ in una dimora tradizionale, con cucina, strumenti per la panificazione e la lavorazione delle castagne, attrezzi per la cura della biancheria, una collezione di casse intagliate e oggetti per i bambini, come culle, girelli e giocattoli. Le casse sono di nuovo protagoniste nella sala 6: in particolare, è esposta la tipologia di cassa intagliata nota come ‘cassa di Aritzo’ o ‘barbaricina’, tradizionale elemento del corredo nuziale. Le sale successive esplorano i paesaggi di Aritzo: il bosco e le sue risorse – frutti e legname –, l’agricoltura e l’attività di fabbri e maniscalchi.
Le altre esposizioni legate all’ecomuseo ti porteranno indietro nel tempo: a Casa Devilla ammirerai una dimora appartenuta a una facoltosa famiglia borghese del XIX secolo, mentre il museo Antonio Mura espone le opere del pittore aritzese, ricche di riferimenti a tradizioni e paesaggi della Sardegna. Infine, visiterai le prigioni spagnole de sa Bovida, dove è allestita una mostra permanente su stregoneria e inquisizione tra XV e XVII secolo.