La sua facciata a due spioventi spicca nella periferia del suggestivo borgo di Mandas, principale centro della Trexenta, terra di confine tra Campidano e Barbagie. La chiesa di san Giacomo apostolo, sorta su un edificio del XV secolo, fu costruita in stile gotico-catalano alla fine del XVI. Secondo antichi documenti, i lavori iniziarono nel 1585, a opera di due maestri scalpellini, Gontinio Pinna e Miguel Baldabella, e furono portati a termine nel 1605, quando la parrocchiale fu consacrata. La copertura a due spioventi caratterizza il prospetto, realizzato in pietra: è posta una croce. Un arco a tutto sesto ingloba il portale ligneo, sopra il quale è scolpito lo stemma della famiglia Carroz, che all’epoca governava il ducato di Mandas, unico istituito in Sardegna dalla Corona spagnola (da Filippo III nel 1614). Nella parte superiore della facciata si aprono tre finestre: un rosone centrale in asse col portale e due rettangolari laterali.
L’aula è a pianta rettangolare con copertura a travi di ginepro. Ai fianchi si aprono cinque cappelle per lato. L’area del presbiterio risulta sopraelevata rispetto al piano della navata e contraddistinta da una volta a stella. Al 2012 risale l’ultimo intervento: Giovanni Battista Franco ha restaurato il tabernacolo dell’altare maggiore, ossia una delle opere marmoree, insieme al fonte battesimale, custodite nella chiesa. Entrambi i ‘marmi’ sono del XVIII secolo. All’interno sono conservate anche produzioni di intagliatori spagnoli e locali: un gruppo ligneo con Crocifisso, Madonna e san Giovanni, statue policrome seicentesche e vari altari lignei settecenteschi. All’uscita della parrocchiale c’è sa perda de sa bregungia, antica gogna medievale. Alla celebrazioni di fine luglio del patrono santu Jacu è associata la sagra del formaggio, occasione per gustare le prelibatezze locali che testimonia della lunga tradizione agropastorale del paese.
Altri suggestivi luoghi di culto di Mandas sono il compendio seicentesco di san Cristoforo e san Francesco, la chiesa di santa Vitalia e il duecentesco complesso costituito da chiesetta e convento di sant’Antonio abate, che si affaccia su un breve tratto della Karalis-Ulbia, segno tangibile del passaggio romano. Sul lato opposto c’è il museo etnografico is Lollasa ‘e is aiaiusu (‘le stanze dei nonni’), allestito in una dimora settecentesca, memoria storica del paese. Mandas, a lungo snodo della ferrovia che da Cagliari conduceva nel Mandrolisai e in Ogliastra, oggi è stazione del Trenino Verde, un modo alternativo di scoprire angoli nascosti di questa parte di Sardegna, tra colline coltivate, gole, pareti rocciose e la riva nordorientale del lago Mulargia.