Circondato dall’imponente catena del Gennargentu, dai suoi quasi 500 metri d’altitudine si affaccia sulla splendida vallata di sa Costa, ricoperta di boschi di sugherete, querce, lecci e olivastri. Oniferi è un paesino di origine medioevale della Barbagia di Ollolai, suddiviso in sei rioni popolati da 900 abitanti: su Nodu, monte Ormina, santu Juvanne, su Cantaru, su Pizu de s’Ortu, Untana e Sant’Antoni. Al centro del paese ci sono la nuova parrocchiale di Sant’Anna, il cui primo impianto è quattrocentesco, poi più volte rimaneggiata e trasformata (a tre navate) nel XX secolo, e l’ex parrocchiale di San Gavino martire, risalente al XV secolo e di grande pregio artistico, circondata da un prato. L’ex patrono è celebrato a fine ottobre. Mentre a metà gennaio si accendono i fuochi di Sant’Antonio abate con offerta di vino e dolci tipici. Oniferi è uno dei centri in cui è viva la tradizione del canto a tenore, tramandato di generazione in generazione e dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Alcuni gruppi oniferesi hanno raggiunto fama internazionale. Potrai conoscere eccellenze culturali, artigiane ed enogastronomiche anche in occasione della tappa di Autunno in Barbagia.
Attorno all’abitato, il territorio collinare, attraversato dal Rivu Mannu, affluente del Tirso, è in gran parte adibito al pascolo. E soprattutto, abitato sin dal Neolitico, è ricchissimo di siti archeologici: numerose domus de Janas, dolmen, menhir tombe di Giganti e una quarantina di nuraghi, posti a controllo del territorio e ascrivibili al lungo periodo tra le età del Bronzo medio e del Ferro (1700-900a.C.), tra cui Ola, Murtas, Badu Pedrosu e Brodu. Vicino a quest’ultimo c’è una delle tre necropoli prenuragiche più interessanti, scavata nella roccia con pareti su cui sono incisi elementi simbolici. La seconda è quella di sos Settiles, contornate da menhir. La terza è la necropoli di sas Concas, un complesso di venti domus de Janas, il più esteso e antico (databili al 2700 a.C.) della Barbagia, territorio dove diversamente da questo sito le sepolture ipogeiche appaiono isolate o raggruppate in piccoli gruppi. L’affascinante monumento preistorico (tra i più importanti in Sardegna) si trova in un affioramento di trachite ai bordi della statale 131 Dcn verso Nuoro e si contraddistingue non solo per l’ampio e articolato impianto, ma anche per misteriosi elementi architettonici e simbolici: sulle pareti di alcune tombe - dell’Emiciclo, della X e della Nuova Ovest - sono incisi grafiti raffiguranti uomini stilizzati a testa in giù, forse i defunti. Ti resterà impressa la tomba dell’Emiciclo: formata da anticella, ampia camera semicircolare con soffitto spiovente e altre cinque celle secondarie.