La sua vicenda è avvolta da una leggenda intrisa di profonda devozione, il suo legame col più grande edificio romanico della Sardegna è strettissimo, la sua posizione panoramica. La chiesa di San Gavino a mare, conosciuta anche come chiesa di Balai vicino, è un santuario eretto a metà del XIX secolo su uno scoglio calcareo a picco sul mare, a ridosso della spiaggia di Balai, sul litorale di Porto Torres. L’edificio sorge sul punto dove si estendeva la necropoli orientale dell’antica città romana di Turris Libisonis, infatti, dal suo interno potrai accedere a uno degli ipogei scavati nella roccia che il santuario sovrasta. Qui, secondo la tradizione, sarebbero stati tenuti prigionieri, e poi sepolti, i martiri Gavino, Proto e Gianuario, dopo essere stati decapitati per volontà dell’allora governatore romano di Sardegna e Corsica.
A tale tradizione si ricollega la leggenda riguardante la fondazione del principale edificio religioso di Porto Torres, la basilica di San Gavino: affetto dalla lebbra, il giudice di Torres Comita vide in sogno Gavino, il quale gli promise la guarigione se avesse trovato i corpi dei tre martiri. Il giudice li rinvenne a Balai e in loro onore fece costruire, nell’XI secolo, la grande basilica, guadagnandosi la guarigione. Tradizione, leggenda e devozione si fondono ogni anno in occasione della Festha Manna: il 3 maggio i fedeli partono dalla basilica portando con sé le tre statue lignee raffiguranti i martiri, per raggiungere la chiesa di Balai. Qui i simulacri sostano fino alla domenica di Pentecoste: in quei giorni la chiesa è meta di continui pellegrinaggi da parte di fedeli provenienti da tutta l’Isola. Nel pomeriggio di Pentecoste, una nuova processione compie il percorso inverso, riportando le statue nella basilica. Il giorno successivo inizia la ‘festa grande’, con spettacoli, eventi culturali e sagre.
La chiesa di San Gavino è in cima allo spuntone roccioso adiacente alla spiaggia di Balai. È un edificio a navata unica, con volta a botte sorretta da archi dobleaux. Dietro l’altare, noterai una porta che collega il presbiterio a un ambiente edificato in blocchi calcarei, forse un’antica cisterna romana. Nella parete ovest, una nicchia absidata contiene un altare in blocchi di tufo. Sul lato sinistro, oltre un cancello, accederai agli antichi ipogei. La facciata è semplice, priva di decorazioni e caratterizzata da intonaco e tinta bianca. Sul lato destro, tre contrafforti ne sostengono la struttura, soggetta alle intemperie per via della sua posizione.
Due chilometri di passeggiata sul lungomare ti permetteranno poi di raggiungere la chiesa di San Gavino Ischabizzaddu o di Balai lontano. È un piccolo ambiente, in pietra calcarea e voltato a botte, sorto su un altro luogo ‘leggendario’: qui sarebbero stati decapitati Gavino, Proto e Gianuario. Un’altra versione della leggenda vuole che in questo punto, invece, emersero i loro corpi.