Sono tracce sparse attorno e dentro il centro storico, da individuare come in un’appassionante ‘caccia al tesoro’, soprattutto sono testimonianze della prosperità e dell’autonomia che la Sassari del Medioevo era riuscita a conquistarsi. Furono i pisani, durante il XIII secolo, ad avviare la costruzione delle mura e delle fortificazioni cittadine, accorpando – secondo la tradizione – cinque villaggi che gravitavano attorno alle rispettive chiese parrocchiali. Il nuovo centro abitato si unificò raccogliendosi attorno alla chiesa che nel 1441 divenne cattedrale di San Nicola. La cinta, costruita in pietra calcarea, misurava più di due chilometri e aveva una forma pentagonale, comprendendo nel suo perimetro ben 36 torri. Erano tutte a pianta quadrangolare tranne una, la Turondola, che esiste ancora oggi – vicino alla sede dell’Università -, conosciuta come Torretonda.
In corrispondenza dei punti cardinali si aprivano le quattro porte: di Sant’Antonio a nord, la porta Macello - o di Rosello - a est, Porta Castello a sud e la porta di Utzeri a ovest. Una quinta porta, detta Porta Nuova, fu aperta nel XVII secolo, per richiesta dei gesuiti, di fianco all’Università, per permettere agli studenti che giungevano da fuori di accedere liberamente agli edifici. La manutenzione era dispendiosa, finanziata con tasse e pedaggi per entrare in città, evidentemente non sufficienti: dal XVI secolo alcune torri iniziarono a passare ai privati e a trasformarsi in abitazioni. Nel secolo successivo si contavano numerosi varchi. La funzione difensiva era ormai persa, pertanto a partire dal XIX secolo iniziarono le demolizioni. L’ultima porta costruita fu anche l’ultima ad essere demolita: Porta Nuova scomparve nel 1874.
Oltre a Torretonda, potrai ancora ammirare la torre di Porta Sant’Antonio, nella piazza dedicata al medesimo santo, e le torri di corso Trinità. Qui osserverai anche tratti superstiti delle mura, con parti del camminamento di ronda, e ti soffermerai su tre stemmi uno accanto all’altro. I simboli raffigurano una torre, ovvero lo stemma della Sassari medioevale, una croce, a ricordo della convenzione con la città di Genova, e un giglio, forse simbolo del podestà in carica al tempo. Sopravvive ancora anche qualche traccia del castello aragonese, eretto nel 1331 nei pressi dell’attuale piazza omonima. Nel suo perimetro insistevano sei torri, era circondato da un fossato e attraversato da cunicoli sotto la sua superficie. Gli fu aggiunto a posteriori un barbacane, cioè un ulteriore antemurale difensivo. Parti del fossato e del barbacane sono visibili, così come un pozzo a campana usato come prigione durante l’Inquisizione. In piazza Cavallino de Honestis gli scavi hanno riportato parte della facciata e del portale d’ingresso al castello, il cui piano terra forse giace sotto il manto stradale.