Si distende su una collina calcarea che domina la vallata Badd’e Sagama punteggiata da vegetazione variopinta che contrasta con la pietra basaltica scura. Sagama è un paesino agropastorale di 200 abitanti della Planargia, Comune autonomo dal 1946, sorto all’interno di una zona fertile e rigogliosa, ricoperta da boschi e vigneti e irrorata da sorgenti, meta in autunno di numerosi cercatori di funghi. L’abitato si dispone intorno al ‘tesoro di Sagama’, la parrocchiale di San Gabriele arcangelo, costruita nel 1604 sul modello ‘manieristico’ di San Giacomo di Sassari. L’aula a navata unica è voltata a botte. La facciata è impostata su tre ordini scanditi da cornicioni, cui si somma un timpano curvilineo. Sul lato sinistro una campanile a tre livelli che termina con un cupolino ‘a cipolla’, aggiunto successivamente. All’interno della chiesa è custodita la preziosa statua lignea del santo, dipinti di scuola settecentesca, un pulpito seicentesco e altari lignei. Il patrono è celebrato il 24 marzo e a fine ottobre. Da visitare anche le chiese di santa Croce, nel cui piazzale a metà gennaio si accendono i fuochi di Sant’Antonio abate, e della Vergine del Carmelo, festeggiata a metà luglio.
Abbondanza d’acqua e fertilità hanno sin dalla preistoria attratto insediamenti, in particolare in età nuragica. Nel XIX secolo lo storico sardo Giovanni Spano contava una corona di nove nuraghi intorno all’abitato. Oggi sono visibili il Funtanedda nella vallata Badde Sagama, con pianta poligonale, il monotorre Molineddu, a pianta circolare, vicino al protonuraghe omonimo, il Pascialzos, i resti del Nuratolu i e il monotorre Muristene, all’interno dell’abitato, vicino alla parrocchiale, insediamento preistorico da cui si originò il paese. Troverai anche esempi di architetture funerarie: la tomba di Giganti su Crasti Covaccadu, in località Terra d’Onore, e le tombe di Triganino sa Costa-Triganinu e Fakkiganu. Di epoca precedente è attestato un alleè couverte, al confine con Tinnura e avvistato un menhir in località Mura Pianu, detto sa Pedra Marmurada. Secondo testimonianze orali, nel territorio sagamese erano presenti anche domus de Janas. Di epoca romana, quando il centro fu dotato di mura, di cui noterai i resti, sono le sepolture In località Murenda, oltre a reperti quali embrici, frammenti di bronzo e monete risalenti all’impero di Marco Aurelio.