I cantanti a tenore alternano il loro ritmo al calpestio dei cavalli. Cavalieri e amazzoni omaggiano spettatori e Autorità offrendo pani, dolci e primizie. Zoccoli a ritmo di trotto esplodono in ardite pariglie: sfrecciano i cavalieri di Sedilo e i sartiglieri di Oristano. I Mamuthones e gli Issohadores di Mamoiada e i Boes e Merdules di Ottana catturano sguardi e obiettivi fotografici con le loro maschere intrise di fascino e mistero. Le launeddas del Sarrabus fanno da contorno a corteo e serata conclusiva. Sono suoni e colori, musiche e danze, gioielli e costumi della Cavalcata sarda di Sassari, dove ogni anno - tradizionalmente nella penultima domenica di maggio - si incontrano le peculiarità identitarie di tutte le comunità isolane. Uno spettacolo indimenticabile per ricchezza e maestosità, una festa che dà vita al più grande evento laico della Sardegna, giunto nel 2024 alla 73^ edizione.
Atmosfera unica e indimenticabile. Il clou inizia la mattina di domenica 12 maggio con la sfilata lungo un percorso di due chilometri nelle vie del centro storico sassarese, con fulcro in piazza d’Italia. A piedi e sulle traccas, carri trainati da buoi e addobbati con fiori, procedono una sessantina di gruppi folk e quasi trenta a cavallo provenienti da tutta la Sardegna. Tutti indossano l’abito tradizionale, caratteristico del luogo di provenienza, spesso arricchito da curati ricami e gioielli in filigrana d’oro e d’argento. Appresso un imponente corteo di oltre trecento cavalieri. Il pomeriggio è dedicato alle pariglie, giostre equestri nelle quali i più coraggiosi cavalieri si esibiscono, nell’ippodromo cittadino, in spettacolari acrobazie sui cavalli in corsa. In serata in piazza d’Italia la rassegna dei canti e delle danze tradizionali della Sardegna: musiche e balli tradizionali, sulle note di launeddas, canti a tenore e fisarmoniche, sino a notte inoltrata.
La caratterizzazione laica e trascinante della ‘festa della bellezza’ – è l’appellativo che si è guadagnata - risale alla fine del XIX secolo, da allora il fascino è rimasto immutato. Secondo lo scrittore Enrico Costa la prima edizione della Cavalcata risale al 1711, quando il consiglio comunale, sul finire della dominazione spagnola, deliberò di omaggiare il re Filippo V di Spagna. Partecipò tutta l’orgogliosa nobiltà tatharesa. La manifestazione, a cui puoi assistere oggi, nasce ufficialmente nel 1899 in occasione della visita del re Umberto I accompagnato dalla moglie Margherita di Savoia, giunti in città per l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II. Parteciparono tremila persone, in abito tradizionale, tutte provenienti dalla provincia di Sassari. Anche le edizioni del 1929 e del 1939 accolsero esponenti della casa reale.
L’usanza si è consolidata col passare dei decenni, divenendo una sfilata folkloristica degli abiti tradizionali di tutta la Sardegna, fino ad assumere cadenza annuale. Un’espressione autentica e fiera della cultura sarda, che invita a scoprire la combinazione unica del fortissimo senso di comunità, essenza della Sardegna, e delle sue bellezze naturali, culturali, artigianali ed enogastronomiche. Vivrai dal di dentro la magia di un cerimoniale che si ripete identico, ma ogni anno provoca nuove emozioni. Per le strade risuonano musiche antiche, protagonisti e spettatori si mescolano in uno spettacolo che è come un museo vivente, fatto di donne, uomini e bambini con gli abiti tradizionali, corpetti, gonne, copricapo velati e berritte.