Una pregevole architettura residenziale ottocentesca che conserva la memoria della famiglia che la costruì, vi impiantò la propria attività agricola e ci abitò. La villa Asquer, prima nucleo imprenditoriale poi dimora, dal 1920 sino a fine XX secolo, della nobile famiglia di origini liguri, sorge nel centro storico di Tuili, borgo della Marmilla ai piedi del parco della Giara - parte del quale rientra nel suo territorio -, uno splendido scenario tra sughere, lecci, macchia mediterranea, ulivi secolari, paludi, cavallini e siti preistorici.
Gli Asquer entrarono a far parte della nobiltà in seguito al matrimonio tra Giovanna e Pietro Ripoll, primo conte di Tuili (1775). La villa fu costruita a metà XIX secolo in pregevoli forme neoclassiche attribuite a maestranze dell’architetto Gaetano Cima. L’edificio fu il fulcro della famiglia guidata allora dal marchese e medico Gavino Asquer, che gestì l’azienda agricola con innovativi metodi imprenditoriali.
La struttura si estende su seimila metri quadri. Al centro c’è la casa padronale, su due livelli: al piano terra erano dislocati i locali per l’amministrazione e la servitù, mentre al primo piano si trovava la residenza nobiliare. La facciata della villa presenta larghe paraste e una cornice circolare al centro. Nell’ampia corte centrale, sul retro e ai lati, si sviluppano loggiati, magazzini, giardino degli ulivi, ricoveri dei mezzi e stalle, un tempo destinati ad attività rurali, oggi luoghi di esposizioni ed eventi. Da non perdere la ‘sala dello scialle’, con pareti abbellite da quadri incentrati sui ricami dello scialle di Tuili, e la ‘sala dei cesti’, con arredi autentici del corredo di famiglia.
Negli anni Ottanta del XX secolo, la villa fu acquistata e restaurata dal Comune: oggi è centro culturale, nel quale sono ospitati due capisaldi culturali del paese: il museo dell’olivo e dell’olio e il museo degli strumenti musicali sardi. Il primo, allestito al piano terra, illustra la tradizione olivicola attraverso immagini d’epoca, racconti e strumenti agricoli, tra cui un frantoio del XIX secolo e macchinari della seconda metà del XX secolo. Il museo della tradizione musicale è al primo piano. Alle ricca collezione di launeddas, arcaico strumento a fiato realizzato con canne è dedicata un’intera parete. I suoi suoni sono diffusi nella sala con melodie dal vivo. La canna è materia prima anche di benas, sulitus e pipaiolus. Uno spazio è destinato alle percussioni - tumbarinos, afuente, taulitas e matracas - a fonografi, grammofoni, giradischi e fisarmoniche.
Il complesso di villa Asquer occupa un intero isolato, affacciandosi sulla piazza della parrocchiale di san Pietro apostolo, dalla quale lo separa un arco di pietra. La chiesa, consacrata nel 1489, presenta un’unica navata con tre cappelle per lato, tra le quali si distingue la terza a sinistra, impreziosita da una volta stellata con gemme pendule, unica eredità dell’impianto gotico-catalano originario. La facciata si conclude con un coronamento doppiamente inflesso a ‘cappello di carabiniere’. L’interno custodisce arredi marmorei ottocenteschi e varie opere d’arte, tra cui il retablo del maestro di Castelsardo, opera cinquecentesca considerata il capolavoro della pittura rinascimentale sarda. Nel centro storico, dominato da case ‘a corte’, caratterizzate da portali di fine XIX secolo, spicca un altro elegante edificio neoclassico, villa Pitzalis. Grande attrazione culturale è il parco ‘Sardegna in miniatura’, dove farai una passeggiata tra nuraghi e dinosauri in scala ridotta.