Mette in mostra migliaia di minerali e fossili sui quali è ‘scritta’ l’evoluzione geologica dell’Isola e in particolare della Marmilla, una storia complessa che va da oltre 20 milioni fino a circa due milioni di anni fa. Allestito nei locali dell’ex convento dei padri cappuccini, monumentale monastero di metà XVII secolo – cui è annessa la chiesa di san Francesco - il Geomuseo del monte Arci di Masullas è un unicum in Sardegna che nasce dalla paziente attività di raccolta e catalogazione di Vincenzo Incani e alle collezioni mineralogiche e paleontologiche che ne sono derivate. Ammirerai esemplari di pietre con fossili di antichissimi animali marini, diorami che riproducono l’attività del vulcano e vari minerali, in particolare diaspri variopinti (rocce d’ambiente marino), formati durante le eruzioni del ‘vecchio vulcano’ del monte Arci. Nella ‘sala flù’ ti abbaglieranno spettacolari minerali dai colori fluorescenti.
All’inizio del percorso museale compirai un breve excursus sulla formazione delle terre emerse nel mondo per arrivare alla formazione del Mediterraneo e della Sardegna, per poi passare all’evoluzione del monte Arci, in origine vulcano attivissimo, nella preistoria centro di raccolta e lavorazione dell’ossidiana, oggi dolce rilievo ricoperto di verde, divenuto parco regionale. In origine il Mediterraneo era il piccolo continente di Alkapeca, che a partire da 23 milioni di anni fa si frammentò in quattro piccole zolle: nella zolla sarda cominciarono a formarsi fratture, che causarono una lunga e profonda depressione (rifting), dal golfo di Cagliari a quello dell’Asinara. Il mare trasformò l’isola in arcipelago: attraverso le fratture furono eruttate sul fondo ingenti quantità di magma basaltico. Nella zona dell’attuale Arci, si formò un enorme vulcano sottomarino, esteso per 30 chilometri. Le eruzioni hanno dato origine alle pillow-lava, che potrai notare in su Carongiu de Fanari, alla periferia di Masullas. Nel museo lo testimoniano, oltre ai fossili di pesci e ai diaspri, anche minerali di origine idrotermale, come quarzo, calcedonio, fluorite e calcite in grandi cristalli.
Dopo una stasi, l’attività eruttiva riprese violenta 5 milioni di anni fa: i vecchi rilievi furono ricoperti da imponenti strati di lava di vari materiali. Alle colate di rioliti si deve la deposizione della preziosissima ossidiana, che fece diventare il monte Arci centro del Mediterraneo già dal VI millennio a.C. All’‘oro nero della preistoria’, sono dedicati il parco dell’ossidiana di Conca ‘e Cannas e il museo dell’ossidiana della vicina Pau, da visitare in combinazione col Geomuseo. Prima che il vulcano si spegnesse definitivamente, un milione e 800 mila anni fa, si riversarono colate di basalti che formarono i grandi tavolati delle giare, tipiche dell’attuale paesaggio della Marmilla, e in particolare di Masullas, che fa parte dei borghi autentici d’Italia grazie ad architettura urbana, paesaggi incantevoli, archeologia, tradizioni e prelibatezze.