La sua forma a ‘barca rovesciata’ ricorda quella delle navetas delle isole Baleari, ma non è l’unica particolarità, l’ingresso, infatti custodisce un altro elemento strutturale sorprendente. La tomba di Giganti di Aiodda sorge sul versante est di una collina a circa tre chilometri da Nurallao, in un’area densa di testimonianze archeologiche, ritenuta sacra già in epoca prenuragica. Il prospetto anteriore è quello tipico delle tombe di Giganti, con un’esedra semicircolare ampia circa sei metri, realizzata con lastre ortostatiche di calcare. Al centro, individuerai la base della stele centinata, dove si apre il portello rettangolare. Varcato l’ingresso, entrerai in uno stretto corridoio, ai cui lati si conservano ulteriori lastre a ortostati. Una di esse, sulla destra, presenta la caratteristica sui generis del monumento: una statua-menhir antropomorfa, rappresentante una figura maschile con un pugnale.
Si è ipotizzato che rappresenti una sorta di guardiano della tomba. Inoltre, a differenza di altri insediamenti nuragici della zona, dove i ‘vecchi’ menhir sono stati riusati in frantumi come semplice materiale da costruzione, ad Aiodda il reimpiego sembra testimoniare un persistente rispetto per la statua, benché realizzata da genti di millenni precedenti. Al momento della scoperta, risalente al 1979, il sito custodiva ben 22 menhir, di cui sedici sono nel museo nazionale G. A. Sanna di Sassari. Proseguendo oltre il corridoio entrerai nella cella funeraria vera e propria, lunga dieci metri. Noterai i resti delle pareti realizzate a filari di pietre in aggetto, mentre la copertura originaria, andata perduta, era a sezione ogivale, dando l’effetto di una imbarcazione capovolta. All’interno, oltre ai resti di una ventina di defunti, furono rinvenuti frammenti ceramici e spilloni a losanga, in rame e in bronzo. I ritrovamenti hanno fatto ipotizzare che la camera fosse già in uso a scopi funerari sin dagli inizi del Bronzo antico e che sia stata poi ‘riadattata’ come tomba di Giganti. L’intera struttura era probabilmente delimitata da un tumulo, al quale dovrebbero fare riferimento le tracce visibili attorno alla tomba.
I menhir rinvenuti presso la tomba di Aiodda hanno elementi simili a numerosi monoliti scoperti nel Sarcidano, soprattutto a Laconi. I pugnali e il motivo del ‘capovolto’, a forma di tridente o candelabro, sono le decorazioni in comune. Ne approfondirai la conoscenza visitando il Museum menhir di Laconi, dove sono esposti 40 esemplari, provenienti anche da Allai, Samugheo e Villa Sant’Antonio. A pochi chilometri da Aiodda, in territorio di Nuragus, invece, potrai proseguire il tour archeologico visitando il nuraghe Santu Millanu e il pozzo sacro di Coni.