Osservando Alghero dal mare, al di là di porto e mura di cinta, vedrai svettare il campanile di Santa Maria, fulcro religioso del centro storico. Alla proclamazione della diocesi di Alghero-Bosa (1503), la città era priva di un tempio che fungesse da cattedrale: nel 1530 ne fu avviata la costruzione. I lavori plurisecolari si rivelano dalla commistione di stili: la base è gotico-catalana, sul modello della cattedrale di Sant’Eulalia a Barcellona, gli interventi successivi seguirono un disegno tardo-rinascimentale. Nel 1593 il duomo fu consacrato, seppure non terminato: nel 1638 furono coperti con volte il transetto e a crociera la cupola.
Il campanile ottagonale ne è il simbolo. È coronato da una guglia piramidale, rivestita di maioliche policrome, tipica della Catalogna, e costellato di archi e pinnacoli. Il portale principale è in piazza del Duomo, dove si affaccia un monumentale pronao in stile neoclassico con timpano triangolare retto da colonne doriche, risalente al 1820. L’interno è a croce latina con tre navate divise da pilastri. All’ingresso, alzando lo sguardo, noterai un loggione che ospita l’antico organo. Nelle navate laterali si aprono tre cappelle per lato, ornate da opere d’arte. La prima a sinistra, dedicata a San Carlo Borromeo, ospita il fonte battesimale. La prima a destra, del Santissimo Sacramento, è la più sontuosa con altare di marmo decorato, al centro con un tempietto, ai lati da nicchie con statue delle virtù teologali. Anche il transetto custodisce capolavori, tra cui il mausoleo neoclassico di Maurizio di Savoia duca del Monferrato, scolpito da Felice Festa (1807).
All’incrocio tra navata centrale e transetto, sotto la cupola, c’è il presbiterio, sopraelevato rispetto al pavimento, dove Giuseppe Massetti realizzò (1727) l’altare maggiore in marmo policromo. Alla sua maestria si devono anche l’Immacolata tra angeli, un elegante pulpito e la balaustra della scala che termina sulla schiena di due leoni accucciati su aquile, come nel Duomo di Cagliari. Nell’abside si aprono cinque cappelle gotiche con altari lignei e in marmo. Sulla volta, gli affreschi: la cacciata dal Paradiso di Adamo ed Eva (di Mario Delitala) e l’Assunta (di Stanis Dessy). Nel tesoro della cattedrale c’è anche il retablo dorato e policromo di Vergine Maria e Anime purganti, opera di Michele Masala (1742).