Gli ultimi 26 anni di vita di Giuseppe Garibaldi ebbero come scenario Caprera. Immerso tra verde mediterraneo e rocce granitiche della seconda isola più grande dell’arcipelago della Maddalena e circondato dai colori del mare dell’(attuale) parco nazionale, l’Eroe dei due mondi concepì le imprese militari che segnarono la storia del Risorgimento italiano. Luoghi, edifici e oggetti a lui appartenuti formano il Compendio garibaldino, un bellissimo parco storico, allo stesso tempo eccellenza paesaggistica e luogo di cultura: dal 1978 è uno dei musei più visitati nell’Isola.
Il ‘generale’ si stabilì a Caprera nel 1856 dopo la morte di Anita e la caduta della Repubblica romana. Dieci anni più tardi acquisì l’intera proprietà del luogo scelto per ritemprarsi. Provvisoriamente usò una casupola di legno, recintò la proprietà e iniziò a costruire la dimora ‘stabile’, la casa bianca: un’architettura semplice e rustica, realizzata in granito e intonaco bianco, composta da otto sale comunicanti e articolate intorno a un vano centrale destinato alla scala per la terrazza, da cui si domina l’arcipelago.
La visita è carica di suggestioni: ti spiazzerà il contrasto fra glorioso passato e frugalità della casa, simile a quelle che conobbe in Sud America. Scoprirai aspetti inediti dell’eroe. Arredi, cimeli e ritratti di famiglia raccontano la storia divenuta leggenda e insieme quotidianità e affetti. Negli armadi: poncho, mantello bianco e camicia rossa; nelle bacheche: la pallottola di Aspromonte, un acciarino, dono di Antonio Meucci, e candele tricolori. Il primo ambiente è l’atrio, scrigno di armi, vessilli e fotografie, da cui accederai alla camera matrimoniale. Poi le stanze dei figli Manlio, scomparso a 26 anni, e Clelia, ultima erede, morta nel 1959. Dopo la cucina con un grande camino, entrerai nella ‘sala dei cimeli’, tra abiti, dipinti e oggetti ‘da combattente’. Segue il salotto con lo scrittoio-leggio regalatogli dalla regina Margherita. Infine la camera col letto di morte, protetto da teca di vetro e balaustra di bronzo: nei suoi ultimi giorni lo fece sistemare di fronte alla finestra che dà sul mare. Nella sala regna un’aria solenne: l’orologio è fermo alle 18:21, ora in cui spirò il 2 giugno 1882.
Il compendio si sviluppa attorno a un cortile centrale: qui si affacciano la ‘provvisoria’ casa di legno, la ‘casa di ferro’ sede della biblioteca, frantoio, forno, stalla e mulino. Al centro troneggia l’enorme ‘pino di Clelia’, piantato nel 1867 per la nascita dell’ultimagenita. Poco distante il busto marmoreo del generale scolpito del 1883. Nella fattoria l’eroe rasserenava l’animo coltivando frutteti e vigneti e curando il giardino, oggi parte del circuito Giardini storici della Sardegna. Sentimenti e interessi sono quasi in contrasto con l’uomo d’azione descritto nei libri di storia. Dal cortile un sentiero conduce al sepolcreto di famiglia: contemplerai la tomba in granito dove fu sepolto il suo corpo imbalsamato, meta di ‘pellegrinaggio’ di viaggiatori di tutto il mondo. Accanto giacciono l’ultima moglie e i figli. A quattro chilometri dalla casa bianca si erge forte Arbuticci, attivo sino alla seconda guerra mondiale, poi struttura della Marina militare e dell’arsenale. Dal 2012 è divenuto memoriale Giuseppe Garibaldi, primo museo italiano interamente dedicato a una figura storica: un viaggio multimediale nella sua vita e nelle sue imprese.
Terminato il tour culturale, fai un tuffo nel mare di Caprera, riserva incontaminata e protetta, collegata alla ‘sorella maggiore’ La Maddalena da un istmo artificiale. Il suo profilo frastagliato nasconde meravigliose calette. A sud-est, tra il promontorio di Punta Rossa e l’isola della Pecora, ecco Cala Coticcio, la ‘Tahiti sarda’. La piscina naturale è raggiungibile via mare o da un sentiero. Non lontano, ammirerai la mezzaluna bianca di Cala Andreani, la deliziosa spiaggia del relitto e i Due Mari, dove l’acqua bagna entrambi i lati della baia. A occidente, di fronte ad alcuni isolotti, appare lo scenario da fiaba di Cala Garibaldi, dove l’‘eroe’ ormeggiava le sue barche. Più a nord, la rilassante Cala Serena e la bella Cala Napoletana. A Stagnali sorgono borgo e porticciolo costruiti per scopi militari. Oggi i caseggiati sono sede dei centri di educazione ambientale e di ricerca sui cetacei, nonché dei musei mineralogico e del mare. È anche l’area del centro velico, la più antica scuola di vela in Italia.