Il territorio di Palau, oltre a spiagge da cartolina e a splendidi scenari naturalistici, offre anche numerose testimonianze archeologiche. Una, in particolare, spicca per due motivi: dimensioni ridotte e un elemento strutturale ‘sbagliato’. La tomba di Giganti di Li Mizzani si trova a circa sette chilometri dal centro abitato, nell’entroterra, in località Monte Canu. Oltre a essere più piccola della maggior parte delle tombe nuragiche galluresi, sorprende per le caratteristiche della sua stele: monolitica, ma non centinata, non si innalza su fondazioni ma poggia direttamente sul terreno da un lato e su una pietra piatta dall’altro. Il portello è l’aspetto più curioso: noterai che a essere lavorato e smussato è il perimetro interno alla faccia e non quello esterno, come se la stele fosse stata posizionata al contrario.
La tomba oggi si presenta senza copertura e con diverse lastre spezzate, probabilmente per ricavarne pietre da usare per innalzare i muretti a secco dei dintorni. Osserverai un corpo tombale a filari, con una camera lunga circa sei metri, nel cui retro furono sfruttate rocce naturali emergenti dal terreno. Le ali dell’esedra misurano poco meno di otto metri e presentano lastre decisamente basse: alcune non superano i 70 centimetri. Davanti ad essa noterai anche i resti di un basso bancone-sedile, completo solo nella zona nord. Ai suoi piedi – e in un breve tratto sopra di esso - furono rinvenuti numerosi frammenti ceramici. Era usato pertanto per deporvi offerte votive, ma gli scavi hanno evidenziato una ulteriore particolarità: esse venivano collocate solo in corrispondenza dell’ala destra dell’esedra.
È possibile che la tomba fungesse da area funeraria di pertinenza di un villaggio che gravitata attorno al vicino nuraghe complesso Luchìa. Nei dintorni si individuano tracce di un’altra decina di torri nuragiche, mentre pochi chilometri a nord-ovest si estende l’area sacra di monte Saiacciu, con una tomba di Giganti di notevoli dimensioni, un circolo megalitico, due menhir e un edificio rettangolare.
Terminato il tour archeologico, è tempo di esplorare le bellezze paesaggistiche di uno dei centri costieri più pittoreschi della Gallura. Imperdibile la salita alla Roccia dell’Orso, ‘scultura’ naturale simbolo del paese; da visitare anche la batteria militare Talmone e la fortezza di Monte Altura, mentre le spiagge-gioiello si chiamano Palau Vecchio, Porto Faro, La Sciumara, Cala Trana e i due ‘paradisi’ da surfisti e kiter ai lati de s’Isuledda: Porto Pollo e Barrabisa.