Non solo è il più grande tempio a megaron nuragico finora conosciuto, ma anche il luogo di ritrovamento di un vero e proprio ‘tesoro’ archeologico, nonché il protagonista di una leggenda popolare. Sa Domu de Orgia sorge a circa mille metri d’altitudine sul monte Cuccureddì, nel territorio di Esterzili, borgo incastonato tra altopiani e valli della Barbagia di Seulo. Il santuario, racchiuso da un recinto di forma ellittica, misura 22 metri e mezzo di lunghezza e poco meno di otto di larghezza. Si compone di un vestibolo, ottenuto dal prolungamento dei muri laterali, una cella divisa in due ambienti e un piccolo opistòdomo sul lato opposto all’ingresso, probabilmente con la funzione di rendere più simmetrica la struttura. Il materiale di costruzione è lo scisto, lavorato in blocchi squadrati e disposti a filari orizzontali.
L’ipotesi di datazione più accreditata è che sia sorto nel Bronzo Recente, sul finire del XIII secolo a.C., sovrapponendosi a un precedente villaggio nuragico. All’interno, noterai che il vestibolo e le camere della cella conservano il bancone-sedile perimetrale, dove venivano deposte le offerte votive. Inizialmente si è pensato che il tempio fosse molto più recente, data anche la somiglianza della sua pianta con quelle dei templi micenei, ma i reperti rinvenuti rimandano alla civiltà nuragica. Il tempio sarebbe quindi una conseguenza dell’influenza portata da genti di stirpe greca in Sardegna durante il Bronzo recente. Tra questi oggetti, spiccano i bronzetti votivi provenienti dal vestibolo, rappresentanti sacerdotesse, guerrieri e cacciatori, simili a quelli rinvenuti nel vicino santuario di Santa Vittoria di Serri, tanto da ipotizzare un’‘officina’ comune. Il santuario ha restituito però anche un’altra sorpresa, numerose monete di età romana, che testimoniano una continuità d’uso del tempio anche in epoche successive, fino a più di mille anni dopo la sua edificazione.
Tra le mura del tempio aleggia la leggenda della sacerdotessa Orgia, strega e fata allo stesso tempo, che visse qui fino a che gli abitanti dei villaggi circostanti non la obbligarono ad andarsene. La strega decise di vendicarsi, nascondendo due cesti, uno contenente un tesoro, l’altro uno sciame di terribili muscas maceddas, le mosche assassine. I temerari che avessero osato andare alla ricerca del tesoro, aprendo il forziere sbagliato, avrebbero causato una strage, per cui nessuno tentò l’impresa e il ‘bottino’ sarebbe ancora nascosto tra le mura.
Poco meno di tre chilometri a nord del tempio visiterai l’altra area sacra di Monte Nuxi-Santa Vittoria, dove, in posizione di controllo su nuraghi e villaggi sorti attorno al corso del fiume Flumendosa, sorge un tempio – o forse capanna - a pianta circolare, un recinto e due fonti sacre. Sul lato interno del recinto noterai tracce di una panchina, che in origine percorreva l’intero perimetro. Reperti di età romana sono stati rinvenuti anche in questo sito, a riprova del fatto che entrambe le aree, Domu de Orgia e Monte Nuxi, hanno mantenuto per millenni un’aura di sacralità, rispettata dalle popolazioni che le hanno frequentate.