Con 18 camere una delle sue sepolture ipogeiche è tra le più vaste del Mediterraneo. La necropoli prenuragica di sant’Andrea Priu si erge su una piana a meno di dieci chilometri da Bonorva e a 500 metri dalla chiesa campestre di santa Lucia. Nelle vicinanze ci sono la fonte di Lumarzu e i nuraghi Puttu de Inza e monte Donna. Il complesso funerario è composto da venti domus de Janas risalenti al neo-eneolitico (IV-III millennio a.C.), scavate sulla parete e sul pianoro di un affioramento trachitico alto 10 metri e lungo 180. Al loro interno sono riprodotti particolari architettonici abitativi per ricreare ambienti simili alla casa del defunto.
Tre domus della necropoli ti stupiranno per dimensioni e stato di conservazione. La ‘tomba del Capo’ ha un’estensione di 250 metri quadri e comprende 18 ambienti disposti a labirinto attorno a due vani principali. Un atrio introduce nell’anticella semicircolare (sette metri di diametro). Le due celle retrostanti, rettangolari, sono disposte in successione longitudinale. Sulle loro pareti si aprono portelli che portano a numerose celle secondarie con nicchie e banconi. La ‘tomba a capanna’ è circolare (tre metri di diametro) e vi si accede da un vano rettangolare. I due ambienti presentano sul pavimento coppelle votive: tre nell’anticella e ben 15 nella cella principale. Il soffitto è decorato da una raggiera di solchi incisi nella roccia: alludono alle travature del tetto delle capanne eneolitiche. La ‘tomba a camera’ riproduce architetture di un’abitazione: un padiglione d’ingresso introduce nell’ambiente maggiore, rettangolare. Il secondo vano ha due pilastri e un soffitto che riproduce un tetto a doppio spiovente. Altre sepolture mostrano elementi simbolici: sul pavimento di una tomba minore è realizzato un focolare con anello circolare in rilievo. Al di sopra del costone che ospita le tombe vedrai levarsi maestosa una singolare roccia, detta ‘il campanile’. È stata rinominata anche ‘toro sacro’ per la sua forma: si è pensato a una monumentale scultura, in realtà è un monolito di trachite modellato dagli agenti atmosferici.
La necropoli fu riusata per lungo tempo. In età romana e poi bizantina la ‘tomba del Capo’ fu trasformata in chiesa rupestre, una delle prime nel tempo delle persecuzioni. Più volte intonacata e affrescata con scene del Nuovo Testamento, che noterai al suo interno, fu intitolata a sant’Andrea, da cui il nome del sito.