Dall'estremità alta della piazza Yenne, si segue verso O la via Azuni, fiancheggiando la Chiesa di Sant'Anna, e si svolta a d. nella via Sant'Efisio. Percorrendo la salita si incrocerà, sulla s., la chiesa. Il contesto ambientale Situata nella parte alta del quartiere di Stampace, la chiesa è collocata in uno slargo dell'omonima via. Descrizione La chiesa del santo patrono della Sardegna sorge su un'antica fabbrica, secondo la tradizione luogo della sua carcerazione, che dovrebbe risalire intorno al 430 d.C. L'edificio venne ampliato e modificato nel 1538, quando fu affidato all'appena nata Confraternita di Sant'Efisio, e poi nel XVIII secolo, quando fu edificato l'Oratorio, consacrato nel 1726, come testimonia una lapide murata alla parete di un ingresso laterale di questo ambiente. Secondo il Cabras e il Naitza, l'Oratorio, coperto da volta a botte, sarebbe stato costruito dall'architetto piemontese Antonio Felice De Vincenti, che negli stessi anni si trovava impegnato a Cagliari nella ristrutturazione dell'ex Collegio Gesuitico di Santa Croce. Sul finire del XVIII secolo vi furono nuovi interventi che conferirono alla chiesa l'aspetto attuale, proprio della produzione architettonica piemontese del Settecento. L'edificio presenta un'unica navata coperta da volta a botte, sulla quale si innestano delle cappelle laterali, e presbiterio rialzato. L'aula è scandita da elementi decorativi di gusto classicheggiante, quali paraste e trabeazioni, mentre all'imposta della volta trovano posto delle finestre quadrate, che con quelle del tamburo ottagonale della cupola che si eleva sopra il presbiterio, danno luce all’interno. La semplice facciata, segnata da tre ordini di lesene ioniche, reca al centro il portale, inquadrato da una cornice e sormontato da un timpano curvilineo, cui corrisponde, nell'ordine superiore, la finestra della cantoria. Il terminale della facciata "a cappello di carabiniere" è un elemento presente in altre chiese sarde già a partire dal XVI secolo, ma qui arricchito da volute e altre decorazioni tipiche del gusto architettonico piemontese del '700. Il campanile, a canna quadrata, risale al rifacimento cinquecentesco dell'edificio. Storia degli studi Notizie sulla chiesa si trovano in diverse pubblicazioni su Cagliari. Bibliografia G. Spano, [i]Guida della città e dintorni di Cagliari[/i], Cagliari, A. Timon, 1861. A. Taramelli, "La chiesa sotterranea detta il carcere di S. Efisio", in Nuovo Bollettino di Archeologia Cristiana, XXVII, 1921. R. Salinas, "L'evoluzione dell'architettura in Sardegna nel Seicento", in Studi Sardi, XVI, 1958-59. M. Cabras, "Le opere del De Vincenti e dei primi ingegneri militari piemontesi in Sardegna nel periodo 1720-45", in [i]Atti del XIII Congresso di Storia dell'Architettura. Sardegna[/i], Roma, 1966. R. Salinas, "Lo sviluppo dell'architettura in Sardegna dal Gotico al Barocco", in [i]Atti del XIII Congresso di Storia dell'Architettura. Sardegna[/i], Roma, 1966. S. Naitza, [i]Architettura dal tardo '600 al Classicismo purista[/i], collana "Storia dell’arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1992.