Era nota in origine come de Port’e Ponti, perché conduceva al ponte sul Tirso, poi i documenti la definiscono ‘di san Cristoforo’, perché custodiva un retablo del santo. La torre di Mariano, originariamente saldata alla cinta muraria cittadina, si erge oggi isolata al centro di piazza Roma a Oristano, traccia evidente delle fortificazioni andate perdute. È datata con precisione al 1290, come testimonia l’iscrizione incisa sopra l’arco a sesto acuto, dal quale al tramonto, nel Medioevo, era calato un portone a saracinesca per chiudere l’ingresso alla città. Ogni anno, la domenica e il martedì di Carnevale, in occasione di uno degli eventi identitari più attraenti e affollati della Sardegna, sa Sartiglia, la torre è punto di passaggio obbligato e suggestivo per i cavalieri impegnati nella giostra equestre.
La torre di Mariano era la porta d’accesso settentrionale a Oristano: fu costruita, insieme alle mura cittadine, da maestranze pisane in blocchi di arenaria riciclati dall’antica città di Tharros - della quale Oristano è diretta discendente - per volontà del giudice Mariano II. Sulla costruzione originaria di fine XIII secolo, intervenne poi ad apportare modifiche la Corona d’Aragona. È alta in tutto 28 metri e composta da due edifici sovrapposti, entrambi a pianta quadrata. Il primo fabbricato, alto 19 metri con lati di 7 e mezzo, sovrastato da cinque merli guelfi per ogni lato, ha tre piani: nel primo si aprivano due porte collegate al camminamento di ronda. Noterai anche due feritoie, mentre altre tre si aprono al secondo piano. Il terzo piano è base per il secondo edificio, una torretta di quasi 10 metri con tre merli guelfi per lato. Qui si apre un fornice a tutto sesto dove è stata posta nel 1430 una campana in bronzo.
La torre è la più significativa eredità della cinta muraria, che percorreva tutto il perimetro dell’allora Aristanis, capitale del giudicato d’Arborea. Era interrotta da due porte a protezione delle quali c’erano, oltre alle torre di Mariano a nord, quella di san Filippo, a sud, crollata nel 1872. Le fortificazioni, alte circa sei metri, dividevano l’abitato in contrade. Restano in piedi anche la torre di Portixedda e pochi ruderi nelle vie Cagliari, Mazzini, Solferino e nell’asilo Boy. Per completare il tour storico-artistico della città, fai visita al museo Antiquarium Arborense, dentro il palazzo Parpaglia, e alle chiese neoclassica di san Francesco, gotica di santa Chiara e alla cattedrale di santa Maria Assunta (1130).