La sua storia è scolpita nella facciata: la traccia di un portale gotico, sulla destra, è l’unica testimonianza architettonica dell’origine duecentesca. L’anno 1646, inciso sull’architrave, attesta la ricostruzione del prospetto, giunto integro fino a oggi. Progetti di ampliamento, incendi e crolli hanno caratterizzato la vita della chiesa di sant’Apollinare, ‘cuore’ del quartiere di Sassari cui dà nome e che la tradizione indica come nucleo originario della città nel Medioevo. L’antico ingresso, sormontato da un’arcata ogivale, fu murato in occasione dei lavori di ampliamento avviati intorno alla metà del XVII secolo. L’edificio fu esteso in larghezza, incorporando la struttura preesistente, e fu poi pesantemente ristrutturato a seguito di un incendio scoppiato nel 1651. Verso la fine del XIX secolo iniziarono nuovi lavori di restauro, a causa di lesioni a volta e mura laterali, ma a causa del timore di ulteriori crolli si decise di chiudere al culto la chiesa, demolirla quasi completamente e ricostruirla. Furono risparmiati facciata, cappella absidale e campanile settecentesco, il rifacimento delle parti restanti diede all’edificio forme neogotiche.
La chiesa è intitolata anche al Santissimo Crocifisso, al suo interno, infatti, custodisce un simulacro ligneo raffigurante Cristo in croce, scampato senza danno all’incendio del 1651 e da allora venerato come ‘miracoloso’. La sacrestia conserva un’acquasantiera che si ritiene appartenente all’impianto del XIII secolo. La facciata è divisa in due ordini da una cornice modanata, ornata da un fregio. Il primo è liscio e ospita il portale rettangolare architravato e la traccia tamponata dell’antico ingresso. L’ordine superiore è diviso in specchi da lesene – le due mediane decorate a cassettoni -, e al centro compare una finestra cieca sormontata da un timpano. Altre due finestre cieche decorano il frontone, ai loro lati spiccano due colonne tortili. L’interno è a navata unica, voltata a botte, con tre cappelle per lato e abside quadrangolare. Tra gli arredi, ammirerai una tela seicentesca con Cristo alla colonna, sette dipinti raffiguranti altrettanti apostoli e i pannelli di una via crucis.
Vicino alla chiesa di sant’Apollinare si erge la cattedrale di san Nicola, nota anche come Duomo di Sassari, sorta su un impianto paleocristiano, anch’essa con varie fasi costruttive: una prima riedificazione romanica, un rifacimento gotico-catalano e un definitivo stile barocco adottato nel XVII secolo, evidente nella sfarzosa facciata. La storia attribuisce però il titolo di chiesa sassarese più antica a Santa Maria di Betlem, mix di stili architettonici. Da qui parte ogni anno l’evento identitario più sentito dagli abitanti del capoluogo del Capo di Sopra, la discesa dei Candelieri, della quale custodisce i gremi.