Adagiato nella verde valle del rio Mannu, ai piedi del monte San Mauro, è il ‘paese delle sette chiese’ e delle lumache. L’esistenza di Gesico è attestata già attorno al XII secolo come popoloso villaggio della curatoria di Siurgus (nel giudicato di Calari). Oggi è un centro rurale di meno di mille abitanti, all’estremità settentrionale della Trexenta, in un paesaggio con pianori e dolci colline quasi totalmente coltivate. Il monte che lo sovrasta, detto anche Corona, è alto 500 metri ed è area di pregio ambientale e naturalistico, che ospita numerose specie floro-faunistiche. Nel monte sono stati rinvenuti frammenti di ceramica, numerose frecce di ossidiane e alcune di quarzo: è stato insediamento prima nuragico, poi (forse) punico. Sulla sua sommità si erge la chiesetta di San Mauro, meta a settembre di una processione in onore del santo. È una delle sette chiese di Gesico, di cui tre sono ruderi: San Rocco, Santa Lucia, dove è stata individuata una necropoli tardo-punica, e San Sebastiano, costruita su un insediamento nuragico. Al suo interno, sino agli anni Settanta del XX secolo, si trovava un retablo ligneo raffigurante il martirio del santo. Le altre chiese sono visitabili. La parrocchiale di Santa Giusta, costruita a metà XVI secolo, presenta facciata romanica, portale sormontato da architrave e campanile in stile pisano. L’interno è gotico-aragonese, con otto altari barocchi in marmi policromi, oltre a quello maggiore. Conserva opere d’arte, tra cui un retablo raffigurante le anime del Purgatorio e un crocifisso ligneo del XVI secolo. La chiesa di Sant’Amatore è ‘santuario nazionale’ dal 1995. Il suo primo impianto risale al XII secolo. All’interno da ammirare un sarcofago marmoreo tardo-romano e una particolarità dell’altare: sa moba de sant’Amadu, dove secondo leggenda fu ‘macinato’ il corpo del martire. Le reliquie sono custodite in una teca d’argento. Da non perdere anche la chiesa di Santa Maria d’Itria, risalente al XIII secolo. Nell’area in cui sorge, i romani avevano costruito una villa padronale, testimonianza del loro passaggio. La presenza umana è attestata però da molto prima.
Nel territorio di Gesico c’è un insediamento nuragico ogni chilometro e mezzo quadrato. Di grande importanza risultano il nuraghe Sitziddiri e i complessi di san Sebastiano e Accasa. Oltre che per beni architettonici e archeologici, il paese è famoso per abitazioni e strade ‘vivacizzate’ da murales e sculture, opere dei maggiori artisti sardi. Tra gli eventi, oltre a manifestazioni religiose come le feste di santa Giusta e sant’Isidoro a metà giugno e di sant’Amatore a fine ottobre, il clou è un evento gastronomico: la sagra della lumaca, con degustazione di prelibati piatti. Il paese fa parte del club delle ‘dodici città italiane delle lumache’.