Un altopiano accogliente e scenografico ha visto succedersi nel corso dei millenni varie civiltà a partire dal Neolitico. Dai suoi 270 metri d’altezza è verosimile che i popoli che lo abitarono il villaggio di Iloi - prenuragico, poi nuragico - controllassero il territorio, allora attraversato da numerosi fiumi, molto probabile che vi celebrassero misteriosi riti ed è certo che vi seppellissero i loro defunti, lasciando preziosissime tracce. Il sito, oggi parco archeologico, dista appena due chilometri da Sedilo e domina l’antica valle del fiume Tirso, con vista panoramica sulla sponda nord-occidentale del lago Omodeo.
A prendere la scena all’interno del parco è il nuraghe complesso, una struttura a tre torri, alla quale si addossa un corpo trapezoidale, che forse rappresenta il nucleo originale dell’impianto, tanto che si ipotizza si trattasse di un nuraghe a corridoio, datato tra fine Bronzo antico e inizio del medio. L’edificio trilobato, invece, è stato realizzato in più fasi, fino al Bronzo finale, e ha un andamento concavo-convesso. La torre orientale è quella meglio conservata: accedendo da un ingresso architravato osserverai una camera voltata a tholos, con una nicchia e la traccia di un passaggio ostruito sulla parete sinistra. Noterai anche un ampio tratto di cortina muraria che la collega alla torre nord, inaccessibile a causa dei crolli. Il mastio mantiene i primi filari di blocchi basaltici fino a due metri e mezzo di altezza.
Attorno al nuraghe osserverai numerose strutture circolari, sono i resti delle capanne del villaggio nuragico, che in origine si estendeva per circa due ettari. Alcune di esse avevano funzioni cultuali, altre erano disposte attorno a uno spazio aperto comune. I ‘cimiteri’ delle genti nuragiche di Iloi erano due tombe di Giganti, di una, non ancora indagata, si distingue il profilo del corridoio; l’altra è ben conservata e mostra il classico schema planimetrico: corpo centrale absidato, corridoio funerario coperto e prospetto a esedra, nella quale noterai un bancone-sedile interrotto da una piattaforma circolare vicino all’ingresso. Il pavimento del corridoio è rivestito con lastroni.
A circa 300 metri dai resti nuragici, scendendo di livello a mezza costa dell’altopiano, compaiono le tracce più evidenti dei popoli che li hanno preceduti: sono le 33 domus de janas che formano la necropoli di Ispiluncas, scavata nel tufo nel Neolitico finale. Le domus, divise in due raggruppamenti, sono in parte pluricellulari, in parte monocellulari. La ‘tomba 2’ è articolata in ben 13 ambienti e presenta tracce di pittura rossa. La ‘tomba 3’ presenta un ambiente centrale quadrangolare attorno al quale si dispongono i vani secondari. Entrambe le sepolture sono state impiegate fino all’alto Medioevo.
Il parco di Iloi è la massima espressione archeologica del territorio di Sedilo, che è ricchissimo anche di spunti di interesse naturalistici: i dintorni dell’Omodeo sono ideali per escursioni di trekking, le sue acque perfette per la canoa. Altra grande attrazione, poco fuori dal centro abitato, è il santuario di San Costantino, teatro a inizio luglio della sfrenata giostra equestre dell’Ardia, attorniato dalle cumbessias, gli alloggi destinati all’accoglienza dei pellegrini.