L’aspetto è solenne, quanto quello di una cattedrale. A rendere speciale la chiesa campestre di Nostra Signora d’Itria, poco più di otto chilometri a est di Gavoi, è l’atmosfera di festosità e accoglienza che si percepisce quanto il santuario e le cumbessias che lo circondano si aprono ai pellegrini, ai novenanti e ai visitatori, specialmente durante la festa di fine luglio dedicata alla Madonna d’Itria. L’area in cui sorge il novenario è da sempre stata considerata sacra: nei dintorni emergono, infatti, varie testimonianze archeologiche: mura ciclopiche, domus de Janas, tombe di Giganti e alcuni menhir. Spicca in particolare sa Perda de sa Itria, un monolite granitico di circa quattro metri, privo di elementi figurativi e conficcato nel verde ‘giardino’ a sud della chiesa, nel lato non occupato dalle cumbessias.
Sa Itria, come viene chiamata dai gavoesi, si erge sull’altopiano di Lidana. Fu ricostruita nei primi anni del XX secolo sull’impianto di una chiesetta dedicata alla Vergine d’Itria. Non si hanno notizie del precedente santuario, tranne l’iscrizione su una campana conservata dentro l’attuale chiesa, che ne confermerebbe il titolo e ne testimonierebbe l’esistenza almeno alla metà del XVI secolo. Ammirerai un edificio di notevoli dimensioni, in blocchi squadrati di granito, a pianta rettangolare con abside rivolta a nord-est. La facciata è a capanna, con portale architravato sormontato da una finestra circolare. Noterai altre finestre, di forma semicircolare, sui fianchi, inquadrate in specchi scanditi da lesene. Attorno, con disposizione a ferro di cavallo, osserverai le cumbessias in conci di granito, circondate dal verde. Novena e processione anticipano la festa di Nostra Signora d’Itria, una delle più sentite dagli abitanti di Gavoi, l’ultima domenica di luglio. Il sagrato si anima con balli, canti e giochi, mentre negli alloggi si accolgono compaesani e visitatori, trasformando per dieci giorni il novenario in una sorta di ‘rione’ del paese. L’evento clou è su Palu de sa Itria, la domenica pomeriggio: il palio ha origini antichissime, risalirebbe al 1388 – anno della stipula del trattato di pace fra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona -, e si svolge in un ‘anfiteatro’ naturale adiacente al santuario. Altre prove di abilità a cavallo si svolgono il lunedì e il martedì, mentre mercoledì è il giorno de sa ghirada a caddu, ovvero il rientro a cavallo in paese.
Gavoi è un borgo ricco di attrazioni e tradizioni, insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club, ‘immerso’ in uno scenario naturalistico mozzafiato. Da non perdere il carnevale, durante il quale sfilano i tumbarinos – i suonatori del tamburino tipico gavoese -, la tappa di Autunno in Barbagia e il prestigioso festival letterario L’Isola delle Storie.