Si issa a oltre 700 metri d’altitudine su un altopiano granitico, immerso nelle montagne della Barbagia di Ollolai, ricoperte da fitti boschi di querce, sugheri e lecci, e caratterizzato da massicce rocce scolpite dal tempo, tra cui le due rocce di sa Crabarissa, con sembianze femminili, e quella di sa Conca de su Cannizzu, a forma di aquila. Austis è un piccolo centro di circa 800 abitanti, rinomato per i suoi agriturismo che ti permetteranno di gustare piatti tipici come sa fregula stufada, a base di pasta di semola al forno. L’allevamento di ovini e caprini è la sua attività principale.
Belle case in granito caratterizzano il centro storico. Si articolano attorno alla parrocchiale della Beata Vergine Assunta, risalente al 1567 – come testimoniato da un’iscrizione all’interno dell’edificio – che custodisce varie sculture dell’artista austese Elio Sanna, tra cui un crocifisso, formato da un unico pezzo di legno di pero selvatico. La più importante festa religiosa si svolge a fine settembre, dedicata a sant’Antonio da Padova. La chiesa in suo onore, edificata nel 1669, si trova nella località sa Sedda de Basiloccu, conserva all’interno un pregevole altare barocco.
Il nome Austis risale a epoca romana e rimanda alla base latina Augustis. L’area dove sorge il paese è stata abitata sin dalla preistoria, come testimoniano vari nuraghi disseminati e risalenti all’età del Bronzo (a partire dal 1700 a.C.). Successivamente il suo territorio fu abitato probabilmente dalle tribù dei Nurensi o dei Celsitani del Gennargentu, che nel II secolo d.C. erano al comando dell’esercito imperiale. Austis nasce proprio come ‘stazzo’, luogo di stazionamento, in epoca romano-augustea, lungo la strada che da Karalis (Cagliari) portava a Olbia passando per Forum Traiani (oggi Fordongianus).