Circa cinquemila anni fa era completamente ricoperto di terra, per proteggere il riposo dei defunti al suo interno, oggi invece rivela il suo fascino e la particolarità di essere uno dei rarissimi dolmen a corridoio della Sardegna. La tomba di Motorra si trova su un altopiano del territorio di Dorgali, a circa 200 metri d’altitudine e a poco più di due chilometri dal centro abitato. Ha pianta esagonale, è costruita interamente in pietra basaltica, con pareti formate da otto lastre rettangolari, ed è coperta mediante un unico lastrone di forma irregolare.
Circa cinquemila anni fa era completamente ricoperto di terra, per proteggere il riposo dei defunti al suo interno, oggi invece rivela il suo fascino e la particolarità di essere uno dei rarissimi dolmen a corridoio della Sardegna. La tomba di Motorra si trova su un altopiano del territorio di Dorgali, a circa 200 metri d’altitudine e a poco più di due chilometri dal centro abitato. Ha pianta esagonale, è costruita interamente in pietra basaltica, con pareti formate da otto lastre rettangolari, ed è coperta mediante un unico lastrone di forma irregolare.
Accederai all’interno tramite un ingresso che conserva ancora il chiusino, seppure frammentato, poi proseguirai lungo il corridoio. L’ambiente è formato da quattro ortostati e in origine era coperto da tre lastre, ora non più in situ. Il dolmen è circondato da un peristalite, ovvero un circolo di pietre, di forma ellittica. Rimangono in piedi undici lastre, la cui funzione era quella di sorreggere il tumulo di terra e pietrame che ricopriva la sepoltura. A nord-ovest dal dolmen noterai altri tre lastroni infissi a coltello sul terreno, la cui funzione è ancora un mistero. Per alcuni si tratta dei resti di un muro di rinforzo nel lato più esposto alle intemperie, mentre un’altra teoria suggerisce che in realtà i peristaliti fossero due, con un circolo più esterno che racchiudeva il primo, a sua volta contenente il dolmen. I materiali più antichi rinvenuti a Motorra risalgono alla cultura di Ozieri, cioè al Neolitico Finale, tra 3200 e 2800 a.C., mentre l’ultimo periodo d’uso sembrerebbe collocarsi tra 1800 e 1600 a.C.
Le pendici sud-occidentali della cresta calcarea del monte s’Ospile, dove sorge la tomba, sono disseminate di testimonianze preistoriche: a poca distanza si trovano i dolmen Mariughia e Pistiddori e l’insediamento di Neulè. Al Bronzo antico (XVI secolo a.C.) risale il villaggio-santuario di Serra Orrios, con un centinaio di capanne, due sepolture megalitiche e due aree sacre, ciascuna con un tempio a megaron. Coeva, e poco distante, è la tomba di Giganti di s’Ena e Thomes, tra le più grandi e meglio conservate. Il sito archeologico più affascinante dal punto di vista paesaggistico è il nuraghe Mannu, un monotorre in vulcanite e basalto a picco sul mare del golfo di Orosei. Potrai raggiungerlo da una deviazione lungo la strada per il borgo marino di Cala Gonone o attraverso un sentiero dalla spiaggia di Cala Fuili. Se poi vorrai aggiungere un ulteriore gioiello della natura al tuo itinerario, unapanoramico trekking di un’ora e mezza ti condurrà a Cala Luna, un’insenatura di sabbia dorata incastonata tra le falesie e bagnata dal mare azzurro.