Si adagia nella piana solcata dal Sologo, affluente del Cedrino, a pochi chilometri dalle spiagge della Baronìa, circondato da colline e sorvegliato dal maestoso e candido profilo del Monte Albo, la ‘dolomite sarda’. Loculi, paesino di poco più di 500 abitanti, si trova a 34 chilometri da Nuoro. Il nome deriverebbe da locus, ‘bosco sacro’ o ‘piccolo luogo’. Mentre l’origine potrebbe essere fenicio-punica: nel 1959 in paese fu ritrovata una brocca contenente oggetti in bronzo e monete. Tradizioni agropastorali, artigiane e religiose contraddistinguono il centro. Delle 17 chiese esistenti tra XV e XX secolo, rimangono la parrocchiale di san Pietro e la Madonna de sa Defessa (della Difesa), in onore dei quali si festeggia, rispettivamente, a fine agosto e a metà gennaio. Molto sentiti i riti della Settimana Santa. Nel centro del paese sorge sa Domo de sas artes e de sos mestieris, dove scoprirai, attraverso le immagini del fotografo Carlo Bavagnoli, arti e mestieri baroniensi. Parte della lunga cresta del Monte Albo rientra nel territorio di Loculi: il bastione calcareo ti mostrerà scorci suggestivi lungo itinerari segnalati. I sentieri, un tempo percorsi da carbonai e pastori, s’inerpicano fin sulle cime - le vette ‘gemelle’ sono Turuddò e Catirina (1127 metri) – attraverso boschi di lecci e querce secolari. È oasi faunistica, popolata da mufloni e sorvolata dall’aquila reale. Nella parte a nord, dove la vegetazione si dirada, ti apparirà come un paesaggio ‘lunare’.
Il territorio di Loculi fu frequentato sin dal Neolitico, come documentano domus de Janas, scavate in frontoni rocciosi verticali, alcune ‘a camera unica’ (domu di Pira ‘e Tusu, di Locurréris e di Ena Longa), altre pluricellulari (domus di Tùrrighe e di Puntèri). A un periodo di passaggio da età prenuragica a nuragica risalirebbe una tomba megalitica di tipo dolmenico a Santa Maria di Loculi. Non mancano le sepolture nuragiche: la tomba di Giganti s’Iscusorju (‘tesoro nascosto’), a circa due chilometri dall’abitato, è ricoperta da lentischi, da cui appare un corridoio delimitato da massi granitici conficcati ‘a coltello’ e coperto con lastroni piattabandati. A 15 chilometri dal paese, c’è la tomba di Ena Tunda, di cui si conserva la parte inferiore di corpo allungato e absidato, corridoio rettangolare a sezione ogivale e fronte semicircolare (esedra). La tomba di su Gollèi Lupu, con stele centinata e pianta a sviluppo retto-curvilineo, parrebbe addossarsi a una precedente struttura dolmenica: attorno sono disseminate lastre di copertura. La disposizione dei nuraghi, collegati fra loro, rivela un disegno strategico difensivo. Del ben conservato Caraòcu (o Corricanu), resta un torrione alto cinque metri, la porta con architrave e parte della cella. Suggestivo anche il nuraghe Preda Longa.