Un raro e pregiato esempio di architettura religiosa che ‘fonde’ due stili, romanico e gotico, testimonianza di una cruciale fase di passaggio artistica e culturale. La chiesa di San Gregorio si erge nella parte ‘alta’ di Sardara, in pieno centro storico e a poca distanza dall’area del santuario di Sant’Anastasia, considerata sacra fin da età nuragica. Non ci sono documenti che attestino la sua costruzione e la prima menzione documentale è del 1341, ma si ipotizza che fu fondata dai padri benedettini nel primo quarto del XIV secolo. È probabile che a edificarla furono maestranze locali, decise a superare gli schemi tradizionali del romanico sardo inserendo elementi del ‘nuovo’ gusto gotico italiano.
La chiesa dedicata a San Gregorio si erge al centro della piazza omonima, caratterizzata da una pavimentazione in ciottolato. La coesistenza tra i due stili architettonici si evidenzia già nella facciata, dove alla ripartizione in fasce, scandite da lesene, e alla falsa loggia di ispirazione pisana, si affiancano l’arco a sesto acuto che sovrasta l’architrave e il rosone, entrambi tipicamente gotici. Ammirerai anche la teoria di arcatelle che segue il profilo del tetto e, sulla sommità, un campanile a vela con due luci. Sul lato nord si apre un secondo portale, con arco centinato a ogiva. L’interno è a una sola navata, con copertura a capriate, al termine della quale si trova l’abside, del quale noterai una particolarità: all'interno ha pianta semicircolare, ma esternamente la sua forma è quadrangolare. Inoltre, è impreziosita da una elegante bifora gotica.
Tra gli arredi, osserverai una statua lignea raffigurante San Gregorio papa in abiti decorati con lamine d’oro, databile tra XVII e XVIII secolo, realizzata da artisti di scuola napoletana. Il simulacro viene portato in processione durante la festa dedicata al santo, associata alla sagra del grano e in programma ogni primo weekend di settembre. È uno dei tanti eventi di un vivace borgo sul quale da anni sventola la Bandiera Arancione del Touring Club. Oltre a Sant’Anastasia, dove a due pozzi sacri e ai resti di un villaggio nuragico si aggiungono tracce bizantine sotto l’adiacente chiesa del XV secolo, Sardara è celebre per il suo legame con l’acqua e col Medioevo. In località Santa Maria Aquas i romani sfruttarono sorgenti termali, le Aquae Neapolitanae, attive ancora oggi. A sud-ovest il paese è sorvegliato dai resti del castello di Monreale, ‘strategica’ fortezza di confine tra i giudicati di Cagliari e Arborea, testimone degli scontri tra arborensi e aragonesi nel XIV secolo.