La fertili colline della Trexenta hanno rappresentato un’attrazione sin dalla preistoria. A testimoniarlo circa 50 insediamenti nuragici nel solo territorio di Mandas, borgo agropastorale di origine medioevale, da sempre crocevia di popoli, in quanto terra di passaggio tra Campidano e Barbagie, come conferma un breve tratto di strada romana al centro del paese. Fra le tante testimonianze, il nuraghe su Angiu, noto anche Bangiu, è la maggiore eredità lasciata dalla civiltà nuragica e presenta tracce di sovrapposizioni preistoriche e storiche, in due aree, una nuragica, poi abitata in epoca storica, e una punica, poi romana e alto medioevale.

Il complesso archeologico si estende per circa tre ettari, dominati da un imponente nuraghe quadrilobato coperto a tholos (a falsa cupola) con antemurale. L’edificio vide una prima ‘antropizzazione’ da parte di popoli nuragici tra Bronzo finale ed età del Ferro (XII-VIII secolo a.C.), presentando, a partire dal IX a.C., una particolare pluristratificazione culturale.