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Monumento

Chiesa di Sant'Agostino

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周边环境

这座教堂位于城市的北部,距离历史中心不远。

简介

圣奥古斯丁教堂开始兴建于1574年,从最古老的文献记载可查,其中谈到了建筑的年限,持续约三十年,也就是直到1605年才得以完成,当它竣工后,作为萨萨里Deliperi胡安·巴卡的遗产。教堂最初被保存得非常完好,1952年增加了一个玄关,并兴建了钟楼,重建以修复常年以来的崩塌引起的一些严重问题。其余的设施都保留得较好。
该教堂坐落在岛上,为哥特式加泰罗尼亚建筑风格,有着悠久的传统,教堂中殿由强大的支柱靠在一边扶壁管辖的大拱门分为五开间。每个跨度对应侧的小教堂;在房间的后面是圣域,狭窄的走廊通过尖拱进入。中殿的屋顶是由一系列的五连宝石垂交叉拱顶; 后殿的教堂采用同样的设计理念。
侧面教堂的开口和拱顶刻有多样化的字符,原因在于建筑在不同的历史时期,直到十七世纪:开口的类型从弧形(第三和第五教堂右侧第三个改变),足弓低弓(右一),尖拱(第二和第四,第一,第二,第四和第五左);至于时间,也有一个较大的跨度:带肋巡航和宝石(第一和第五十五左右),巡航(右三),桶形(右二和左三),降低桶(右四和左二)(左四)。第三跨度的教堂,比其他更深层次所组成,并用弓箭更广泛赋予希腊十字架的错觉。
在结构元素(檐口,柱头,宝石下垂,拱门和环拱腹),装饰品和图案的搭配饰以拟人化的普及型古典主义,而沉箱,凹痕,胚珠,荚玫瑰花,展现出当时手工艺者不同的高超技艺。

历史研究

这座教堂是由维托里奥(1856年)提及到的。并于1996年由考古学家玛丽莎在萨萨里进行的建筑史研究后由考古学家奥尔多纱丽在致力于图兰教区(2003年)的历史研究。

参考文献

V. Angius, voce "Sassari", in G. Casalis, [i]Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna撒丁岛的地理、历史、统计、贸易大全[/i], XVIII quater, Torino, G. Maspero, 1856, pp. 399-795;
E. Costa, [i]Sassari[/i], III, Sassari萨萨里, 1937;
V. Mossa, [i]Architetture sassaresi萨萨里的建筑风格[/i], Sassari, Gallizzi, 1965;
E. Costa, [i]Archivio pittorico della città di Sassari (Diplomatico, Araldico, Epigrafico, Monumentale, Artistico, Storico) 萨萨里市(外交、纹章、历史古迹、艺术、历史档案[/i], a cura di E. Espa, Sassari, 1976;
[i]Origen del cavallerato y de la nobleza del reyno de Cerdeña[/i], a cura di V. Amat di Sanfilippo, Cagliari, 1977;
M. Porcu Gaias, [i]Sassari. Storia architettonica e urbanistica dalle origini al ‘600萨萨里公元600年的建筑史和城市规划,1996努奥罗; [/i], Nuoro 1996;
A. Sari, [i]La chiesa nell'Arcidiocesi di Sassari萨萨里教区的教堂[/i], collana "Chiese e arte sacra in Sardegna撒丁岛教堂和宗教艺术", Sestu, Zonza, 2003.

 

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Come arrivare
Dal corso Margherita di Savoia si svolta in corso G. M. Angioj fino ad arrivare in piazza Sant'Agostino, ove è l'edificio. Il contesto ambientale La chiesa sorge nella parte nord della città, a poca distanza dal centro storico. Descrizione I lavori di costruzione della chiesa di Sant'Agostino furono intrapresi attorno al 1574, come risulta dal più antico documento in cui si parla dell'edificio, e si protrassero per circa un trentennio, precisamente fino al 1605, anno in cui venne terminata la facciata grazie al lascito testamentario del nobile sassarese Juan Deliperi Vaca. Le forme originarie si sono conservate nella quasi totale integrità, fatta eccezione per la facciata, rinforzata nel 1952 con l'aggiunta di un portico, e per il campanile, ricostruito per ovviare a gravi problemi di ordine statico. Le restanti strutture furono sottoposte a un restauro di tipo integrativo. Lo schema compositivo è quello, di lunga tradizione nell'Isola, del Tardogotico catalano, con aula a navata unica suddivisa in cinque campate da grandi archi a sesto acuto retti da robusti pilastri addossati ai contrafforti laterali. A ogni campata corrisponde una cappella per lato. sul fondo dell'aula è il presbiterio, più basso e stretto e a pianta quadrata, cui si accede attraverso un arco a sesto acuto. La copertura della navata è data dal susseguirsi di cinque volte a crociera costolonate con gemma pendula. identico sistema è adottato nella cappella absidale, nella cui gemma è raffigurata a bassorilievo una Madonna col Bambino di gusto popolaresco. Le aperture e le volte delle cappelle laterali presentano una diversità di caratteri dovuta all'edificazione avvenuta in momenti diversi, fino al sesto decennio del Seicento: le tipologie delle aperture variano dall'arco a tutto sesto (terza e quinta cappella a destra e terza a sinistra), all'arco a sesto ribassato (prima a destra), all'arco ogivale (seconda e quarta a destra e prima, seconda, quarta e quinta a sinistra). per quanto concerne le volte, vi è anche una maggiore varietà: a crociera nervata e gemmata (prima e quinta a destra e quinta a sinistra) a crociera semplice (terza a destra), a botte (seconda a destra e terza a sinistra), a botte ribassata (quarta a destra e seconda a sinistra) e a botte spezzata (quarta a sinistra). Le cappelle della terza campata, più profonde rispetto alle altre per essere composte da due campate, e con gli archi di accesso più ampi, conferiscono l'illusione di un impianto a croce greca. Negli elementi strutturali (mensole, capitelli, gemme pendule, intradossi e ghiere delle arcate), la commistione di decorazioni a motivi fitomorfi e antropomorfi di stampo popolaresco con ornati di tipo classicistico, quali cassettoni, dentelli, ovoli, baccellature, rosette, rivela i modi operativi tipici delle maestranze locali. Storia degli studi La chiesa è citata da Vittorio Angius (1856). Dopo lo studio di Marisa Porcu Gaias sulla storia architettonica di Sassari (1996) è citata da Aldo Sari nel volume dedicato all'arcidiocesi di turritana (2003). Bibliografia V. Angius, voce "Sassari", in G. Casalis, [i]Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna[/i], XVIII quater, Torino, G. Maspero, 1856, pp. 399-795. E. Costa, [i]Sassari[/i], III, Sassari, 1937. V. Mossa, [i]Architetture sassaresi[/i], Sassari, Gallizzi, 1965. E. Costa, [i]Archivio pittorico della città di Sassari (Diplomatico, Araldico, Epigrafico, Monumentale, Artistico, Storico)[/i], a cura di E. Espa, Sassari, 1976. [i]Origen del cavallerato y de la nobleza del reyno de Cerdeña[/i], a cura di V. Amat di Sanfilippo, Cagliari, 1977. M. Porcu Gaias, [i]Sassari. Storia architettonica e urbanistica dalle origini al ‘600[/i], Nuoro 1996. A. Sari, [i]La chiesa nell'Arcidiocesi di Sassari[/i], collana "Chiese e arte sacra in Sardegna", Sestu, Zonza, 2003.

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