Una piccola e incantevole insenatura, riparata da scogliere calcaree e incorniciata da uno scenario spettacolare. La sabbia dorata e morbida, l’acqua cristallina, i colori splendenti del mare, le rocce candide, il verdissimo parco alle spalle, fanno di Balai la spiaggia più bella e frequentata di Porto Torres, città al centro del golfo dell’Asinara. L’arenile, di sabbia mista a piccoli ciottoli, è lungo appena cento metri, perciò spesso affollato d’estate. Ed è celebre anche per una particolare tradizione, il bagno di Capodanno. Lo troverai nella periferia orientale della città, sul lungomare Cristoforo Colombo, a un chilometro dal centro. Merita visite tutto l’anno, per piacevoli passeggiate lungo la pista pedonale e ciclabile che costeggia il litorale portotorrese e, passando per Balai e le altre spiaggette cittadine - Renaredda e Scoglio Lungo -, arriva fino all’inizio della lunghissima (otto chilometri) e ampia spiaggia di Platamona, contornata da stagno e pineta.
Il fondale sabbioso di Balai è quasi subito profondo, sui lati emerge qualche scoglio, ideale per lo snorkeling. Le scogliere calcaree che la delimitano, forate da piccole grotte, sono un’attrazione per esperti tuffatori, il punto più noto è la Rocca manna. A ridosso della spiaggia verdeggiano il parco Chico Mendes, con palme, prato, piante aromatiche e fiori colorati, quasi sospeso sull’insenatura. Nei dintorni troverai numerosi servizi per la balneazione, bar e ristoranti.
A ovest della baia, su un’alta rupe a strapiombo, spicca la chiesetta di san Gavino a mare, meglio nota come Balai vicino, da cui prende nome la spiaggia. Il santuario fu edificato a metà XIX secolo con una struttura semplice, senza abside né campanile, con una facciata spoglia bianchissima, che contrasta con il verde smeraldo del mare. Sorge accanto a una grotta adibita a tomba, dove, secondo tradizione, erano sepolti i santi martiri turritani Gavino, Gianuario e Proto. Proseguendo per un chilometro sulla litoranea, incontrerai un’altra chiesetta, detta di san Gavino decapitato o Balai lontano, a navata unica. Si racconta che i due santuari siano stati costruiti, rispettivamente, nel luogo in cui i corpi dei tre martiri furono gettati in mare e in quello dove furono rinvenuti. Durante la Festha manna, a maggio, le loro statue sono portate in processione fino a Balai lontano, partendo dalla splendida basilica San Gavino, la chiesa romanica più antica – eretta a partire dal 1060 – e grande della Sardegna, nonché simbolo di Porto Torres, in cui sono custodite le spoglie dei tre santi.
Da Porto Torres potrai raggiungere in traghetto il parco nazionale dell’Asinara, alla scoperta di patrimonio naturale e vicende secolari dell’isola. Spesso nel territorio portotorrese natura e storia s’intrecciano. Quello che oggi è lo scalo marittimo principale del nord dell’Isola ha il suo antenato in Turris Libisonis, unica colonia romana in Sardegna composta esclusivamente da cives, forse fondata da Giulio Cesare in persona. Gli scavi hanno riportato alla luce ruderi di monumenti - terme, domus con mosaici, porticati e tabernae -, visitabili nel parco archeologico dentro la città, e innumerevoli reperti, custoditi nel museo Antiquarium turritano. Fuori città, a ‘cavalcare’ il rio Mannu, c’è il ponte più grande costruito dai romani nell’Isola (I secolo d.C.), lungo 135 metri, ancora in piedi quasi integro. Il sito preistorico principale è la necropoli su Crucifisu Mannu, con ben 22 domus de Janas del IV-III millennio a.C., mentre la testimonianza medioevale più importante, dopo la basilica di san Gavino, è la torre aragonese, costruita tra 1323 e 26 per volere di Alfonso V d’Aragona.