Alla chiesa accederai da una doppia scalinata appoggiata alla facciata, che ti apparirà maestosa, suddivisa verticalmente e orizzontalmente in tre parti da lesene e cornici e conclusa da un timpano curvilineo. A sinistra s’innalza il campanile a canna quadrata conclusa da una cupoletta che richiama stilemi d’Oltralpe. Sant’Ignazio di Loyola è stata eretta nel centro storico di Oliena tra XVII e XVIII secolo su progetto del capomastro Domenico Spotorno per conto della compagnia del Gesù. I lavori di realizzazione di chiesa e collegio gesuitici durarono più di un secolo (1644-1758), perciò l’assetto attuale è fondamentalmente settecentesco. Il vasto spazio interno è a una navata con tre cappelle per lato separate da pilastri reggenti un cornicione aggettante, che serve da imposta alla volta a botte.
Un arco trionfale immette nel presbiterio sopraelevato, in stile capilla mayor. Al centro c’è l’altare maggiore neoclassico con una nicchia dove è riposta la statua di sant’Ignazio, eseguita secondo modelli iconografici seicenteschi. Nelle nicchie degli altari minori vedrai statue del XVII-XVIII secolo, tra cui il san Michele arcangelo dello scultore Carena e il san Francesco Saverio, di provenienza campana. Nelle pareti spiccano tele di artisti contemporanei. Ai lati del presbiterio alcuni ambienti collegano all’ex collegio, oggi canonica, che ospita una pinacoteca ricca di opere d’arte. Qui sono conservati il retablo di san Cristoforo, ascritto al maestro di Oliena e datato metà XVI secolo, il Cristo del rito de s’Iscravamentu (XV-XVI secolo), forse di uno scultore catalano, e belle statue lignee. Mentre nel convento annesso sono state trovate tempere murali, alcune incompiute forse per l’improvvisa partenza dei gesuiti, che furono determinanti per cultura ed economia olianesi: favorirono la diffusione capillare dell’istruzione e portarono coltura del gelso, allevamento del baco da seta e nuove tecniche d’irrigazione.
Dal 1791 l’ex chiesa gesuitica è la parrocchiale di Oliena e sant’Ignazio di Loyola suo patrono, festeggiato il 31 luglio. Solo qui e nell’altrettanto suggestiva chiesa di Santa Maria, retaggio dell’età pisana (XIII secolo) ma che conserva intatte i quattrocenteschi tratti gotico-aragonesi, si officiano messe. In tutto, però, sono undici chiese olianesi - assolutamente da visitare le due campestri di Nostra Signora della pietà, e San Lussorio - a testimonianza della profonda religiosità e intensa devozione di una comunità che abita un borgo gioiello, che eccelle per paesaggi e monumenti naturali, attrazioni archeologiche e culturali, manufatti artigiani, prelibatezze enogastronomiche e accoglienza.