Chiesa, cortile recintato e alloggi per gli eremiti – noti come ‘romitorio’ - appartenevano a un ordine monastico, come confermato da fonti medioevali, ma non si sa con certezza quale. Inoltre, anche la data incisa in un concio della facciata è oggetto di dibattito. Bastano questi due elementi per descrivere l’alone di fascino e mistero che circonda la chiesa di Santa Maria di Cea, situata in una valle a sei chilometri da Banari. L’area fu un importante centro di produzione vinicola in età romana, per poi venire abbandonata per dieci secoli. Le fonti, infatti, menzionano il villaggio Seve e il priorato di Santa Maria come esistenti nel XII secolo. Si è comunemente pensato che il convento appartenesse ai vallombrosiani; in realtà, nessun documento medioevale lo menziona tra i possedimenti dell’ordine benedettino. L’associazione inizia a comparire dal XVI secolo, quando il monastero fu unito a quello di San Michele di Salvennor, riprendendo ‘vita’ dopo secoli di abbandono.
Un’ipotesi, rinforzata da iscrizioni e da un simbolo a tau incisi in facciata, oltre che da documenti del XIV secolo, suggerisce che appartenesse a un ordine cavalleresco-militare, quello degli Ospitalieri di Altopascio. La stessa facciata conserva tre epigrafi di difficile interpretazione: una, in particolare, riporta una data, ma gli ultimi due caratteri - dal tratto più incerto – rendono dubbiosa la lettura: potrebbe trattarsi del 1250, 1260 o 1261. La struttura è in stile romanico, realizzata con conci di calcare; l’abside è orientato a est e il prospetto diviso da una cornice. In asse con il portale principale, noterai una finestra e il campanile a vela. Nel lato nord si apre un secondo ingresso, chiamato ‘porta santa’, dal quale accedevano soltanto i monaci. La pianta è a navata unica, la copertura a capriate risale a lavori eseguiti nel 1973, forse rispettando un modello precedente, anche se non è da escludere che in origine la volta dell’aula fosse a botte.
Il cortile racchiude resti di strutture del vecchio monastero: tracce perimetrali di ambienti, un forno a nord e, al centro, il pozzo, attorno al quale scorgerai tratti della pavimentazione originale in acciottolato.
La festa di Santa Maria si svolge attorno all’8 settembre e dura due giorni, con processioni e festeggiamenti nel sagrato. Altra occasione per visitare Banari e gustarne i prodotti tipici è la rinomata sagra della cipolla dorata, a luglio.